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Parte Prima

Inclusività, interculturalità, riconoscimento e valorizzazione delle differenze

www.

edises

.it

mente dai tratti identitari e culturali rigidi ed esclusi dalla possibilità di negozia-

zione. Il secondo è l’apertura alla rilettura, sulla base della nuova conoscenza

dell’altro da sé, che comporta un’azione di decostruzione, reinterpretazione e

demistificazione dei tratti identitari della cultura di appartenenza. Affinché que-

ste azioni abbiano successo, è necessario che esse avvengano sia negli individui

della cultura che accoglie sia negli individui accolti.

La decostruzione, la reinterpretazione e la demistificazione hanno il potere di

scardinare il principale ostacolo alla costruzione dello spazio dell’incontro: il

pregiudizio negativo. “Pre-giudizio” è qualsiasi idea, opinione, giudizio, creden-

za che si forma prima della conoscenza reale, per sentito dire o per sentire col-

lettivo, ed è dato per vero e inconfutabile. Tutte le culture e tutti i rapporti tra

culture sono costruiti sui pregiudizi intesi come idee condivise su ciò che non

appartiene loro e di cui non si ha un’esperienza diretta sufficiente. Per evitare

che tali idee non condizionino negativamente il pensiero e l’azione degli indivi-

dui che appartengono a ciascuna cultura, occorre superare il pregiudizio attra-

verso un’operazione del pensiero: l’analisi delle idee, delle opinioni, delle creden-

ze collettive finalizzata alla relativizzazione e alla decostruzione.

La forma di pregiudizio più diffusa e dannosa per la costruzione di uno spazio

dell’incontro è il razzismo, che si fonda sull’idea aggregante e rassicurante di

unicità e superiorità propria di quasi tutte le culture. Nonostante tale idea sia

stata confutata e privata di ogni fondamento e legittimità sia scientifica che so-

ciale, essa continua a resistere, a rigenerarsi, a incarnarsi di continuo nelle cul-

ture o in alcuni gruppi di esse. Le idee di superiorità su cui si è fondato e si

fonda il razzismo possono declinarsi nelle varie forme di egemonia: culturale,

etnica, religiosa, di civiltà.

La scuola è l’agenzia di socializzazione primaria, che svolge un’azione educativa

duratura, capace di accompagnare gli individui in un percorso di assimilazione

riflessiva e critica della cultura propria e altrui. È un luogo aperto a tutti, in cui

ognuno è chiamato a cooperare su molteplici piani. Per queste sue funzioni e

caratteristiche, la scuola può essere il primo importante spazio fisico e teorico in

cui sperimentare pratiche nuove di incontro da interiorizzare. Dette pratiche

devono essere finalizzate a creare una conoscenza aperta, ma anche forme nuo-

ve di convivenza e cooperazione tra persone appartenenti a culture diverse.

La mente si costruisce sin dalla nascita attraverso la relazione con l’ambiente;

dunque cognizione e relazione sono strettamente correlate nella costruzione del-

la conoscenza e di ogni

forma mentis

. Per questo occorrono stili cognitivi plura-

li e nuovi per costruire una mentalità interculturale.

Oltre che attraverso la pratica didattica quotidiana, la scuola può rispondere a

questo bisogno educativo sostituendo alle certezze dogmatiche il relativismo, pro-

muovendo forme di accoglienza fondate sulla conoscenza reale e sullo scambio,

rimuovendo gli ostacoli che impediscono agli alunni e alle loro famiglie di culture

altre di entrare a far parte della comunità educante che è ciascun istituto scolasti-

co. Numerose e proficue sono le esperienze di mediazione culturale o l’attivazione

di corsi rivolti ad alunni e genitori oltre l’orario scolastico così come ogni inter-

vento mirato a promuovere conoscenza reciproca. La scuola può agire anche a un