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192

Parte Terza

I test attitudinali

www.

edises

.it

1.2.3 l

e negazioni

Le negazioni sono enunciati espressi in forma negativa, da cui bisogna dedurre la conclusio-

ne corretta. Possiamo trovarle formulate in diversi modi.

Se dico “Non tutti i biondi sono furbi”, vuol dire che qualche biondo può non esserlo. Que-

sto perché il contrario di non tutti è qualche/qualcuno.

Per lo stesso motivo, se dico “Non è vero che tutti i biondi sono furbi”, significa che alcuni

biondi non sono furbi.

Queste negazioni particolarmente semplici possono essere risolte grazie all’ausilio di uno

schema grafico. L’espressione può infatti essere rappresentata graficamente come segue:

B

F

L’area grigia indica gli individui che presentano entrambi gli attributi. Appare subito evidente

che esiste una parte di biondi che non sono furbi ed una parte di furbi che non sono biondi.

Un signore chiese ad un filosofo di guardare dalla finestra per vedere se pioveva; il filo-

sofo per tutta risposta disse “non credo sia giusto negare che ci si sbagli nell’affermare

che è falso dire che piove!”

Pioveva o era bel tempo?

Si tratta di una tipologia di quesiti piuttosto frequente.

Se non si adottano delle strategie di risoluzione, ci si perde nel dedalo delle negazioni.

Scomponiamo la frase in tre parti:

non credo sia giusto negare

equivale a dire

è giusto affermare

, o meglio

è vero

che ci si sbagli nell’affermare

equivale a dire che

è corretto negare

o meglio

che ci

si sbaglia a dire

che è falso dire che piove

equivale a dire

che non è vero che piove

Ricostruiamo la nuova frase in questo modo:

È vero che ci si sbaglia a dire che non è

vero che piove

, che potrebbe essere semplificata maggiormente elidendo la prima par-

te, …

si sbaglia a dire che non è vero che piove

. Ora la frase è più chiara, infatti si può

concludere che stava piovendo!

1.2.4 l

e deduzioni

logicHe

Le deduzioni logiche in senso stretto richiedono la fondamentale distinzione tra

condizione

necessaria

e

condizione sufficiente

. Si gioca tutto su questo.

Come riconoscere la differenza? Semplice. Affinché una condizione sia necessaria basta che

la premessa inizi con la locuzione “

solo se

”. Facciamo un esempio per capire meglio.

Se bevo tutto il vino contenuto nella bottiglia, resterò senza vino

”. Ebbene, la prima propo-

sizione è condizione sufficiente, ma non necessaria, affinché si realizzi anche la seconda, per-

ché la bottiglia potrebbe restare vuota anche a seguito di altri eventi, come la sua rottura ac-

cidentale. Se invece dicessimo: “

Solo se bevo tutto il vino contenuto nella bottiglia, resterò

senza vino

”, allora rendo la premessa una

conditio sine qua non

della conclusione.