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Concetti, quadri teorici e metodi

dell’antropologia

Quesito n. 5.1

Il candidato spieghi cos’è l’antropologia e quale ne è l’oggetto di indagine.

Riguardando il discorso che l’uomo fa sull’uomo, le scienze umane e sociali danno

vita a problemi di ordine ontologico (

cosa è?

), epistemologico (

cosa si può conoscere?

)

e metodologico (

con quali strumenti si può conoscere?

). Queste difficoltà derivano so-

prattutto dal fatto che in tali discipline l’oggetto studiato e il soggetto studiante

coincidono. È lecito chiedersi, quindi, se l’uomo sia in grado di definire un impian-

to scientifico per studiare se stesso, ma per tale domanda non esistono risposte uni-

voche. Esistono più che altro differenti correnti che, all’interno delle diverse scien-

ze umane e sociali, tentano di dare una soluzione al quesito. Poiché l’aspetto pecu-

liare che accomuna tali discipline è l’identità tra soggetto studiante e oggetto stu-

diato, esse devono essere consapevoli della provvisorietà dei propri presupposti teo-

rici e dei propri risultati empirici. Questa è la tesi sostenuta dal sociologo e filosofo

Max Weber, il quale definisce “scienze della cultura” le scienze che studiano l’uomo.

Tra di esse l’antropologia si pone forse come una delle più problematiche e dalla

natura più incerta. Al suo stesso interno sono presenti differenti filoni nazionali,

tanto che si usano addirittura nomi diversi per designare il medesimo campo di

studi. In Italia, ad esempio, si è diffuso il termine “antropologia”, dal greco

anthro-

pos

, che vuol dire “uomo”, e

lógos

, che vuol dire “discorso”, “sapere” e, per esteso,

“scienza”.

Dunque, a differenza della sociologia, che si occupa dell’uomo “collettivo”, l’antro-

pologia focalizza l’attenzione sullo “studio comparativo” delle diverse manifestazioni

culturali che gli uomini, nel tempo e nello spazio, hanno assunto, intendendo per

cultura l’insieme di valori, norme e abitudini che regolano la vita dei vari gruppi

sociali. Ecco perché risulta più corretto parlare di “antropologia culturale”, piuttosto

che di antropologia in generale.

Nelle prime fasi del suo sviluppo (XVII e XVIII secolo), l’antropologia si è rivolta

alle culture primitive, comparandole tra loro e con la cultura occidentale dominante.

In seguito, soprattutto dagli anni Cinquanta del XX secolo, si è occupata anche dello

studio della cultura occidentale, riscontrando la cosiddetta “alterità” all’interno della

stessa società occidentale e non più solo presso le popolazioni primitive.