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Parte Terza
Ostetricia
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>
la garanzia di poter eseguire esami di laboratorio e indagini di diagnostica per imma-
gini e disponibilità di emotrasfusioni 24 ore su 24.
Si sancisce, inoltre, che nelle
Unità Operative Ostetricia di II livello
(> 1.000
parti/anno) si preveda:
>
la garanzia di assistenza ostetrica e ginecologica 24 ore su 24;
>
l’assicurazione di supporto di pronta disponibilità integrativa notturna e festiva ed
eventuale pronta disponibilità pomeridiana;
>
la garanzia di un numero adeguato di ostetriche per turno. Si raccomandano almeno
3 ostetriche per turno fino a 1.500 parti/anno; 4 fino a 2.000 parti/anno e 5 oltre i
2.000 parti/anno, con incremento di 1 ostetrica/o ogni 750 parti in più);
>
la garanzia di identificazione di un responsabile dedicato all’area ostetrica per la con-
tinuità e la qualità assistenziale;
>
2 due unità mediche 24 ore su 24 al di sopra dei 2.000 parti/anno;
Si può dedurre che un team di sala parto ospedaliero, con parti che possono oscilla-
re fra 500 e 1.000 all’anno, comprenda necessariamente diverse figure professionali (il
numero può variare a seconda del numero dei parti/anno):
>
ostetriche;
>
medici con specialità in ostetricia/ginecologia, anestesia/rianimazione e di terapia
intensiva e del dolore, pediatra/neonatologia.
Variazioni nel team possono essere registrate in relazione alle condizioni dei neona-
ti. Si indicano nell’accordo specifiche condizioni. Così, per esempio, se il centro registra
la nascita di 50 o più neonati con peso alla nascita <1.500 g, devono essere previste “figu-
re professionali coinvolte nel processo assistenziale specificatamente dedicate”; se l’U-
nità Operativa di Ostetricia registra un numero >1.000 parti/anno, si rende necessaria
l’identificazione di “un responsabile dedicato all’area ostetrica per la continuità e la qua-
lità assistenziale”, figura che possiamo interpretare come l’
ostetrica/o coordinatore
.
Sarà inoltre indispensabile prevedere, a sostegno delle attività necessarie menzionate
nell’accordo, l’esercizio di personale di supporto e pertanto di
operatori socio-sanitari
e/o ausiliari
.
Nel 2012, il Ministero della Salute, attraverso l’Agenzia Nazionale per i Servizi
Sanitari Regionali (AGENAS), ha pubblicato un documento dal titolo
Gli standard per
la valutazione dei punti nascita
.
Il documento nasce da un progetto che ha visto impegnati un gruppo di professioni-
sti rappresentanti le diverse società scientifiche che operano all’interno dei punti nascita
in Italia, coordinati dal neonatologo R. Zanini, rappresentante della Società Italiana di
Neonatologia (SIN). La pubblicazione, strutturata secondo i criteri di
J
oint Commission
International
, in base alla cultura scientifica multidisciplinare e alle evidenze scientifi-
che sul tema, consta di 84 standard e 362 elementi misurabili, con lo scopo di garantire
prestazioni sicure nei punti nascita.
Il principio di fondo è che la cultura e l’esperienza specifica dei singoli professionisti,
pur indispensabili, non bastano a ridurre le probabilità di errore nell’ambito del proces-
so di assistenza al travaglio/parto/nascita. Per questa ragione è indispensabile progetta-
re
meccanismi di coordinamento fra le diverse professionalità
coinvolte e utilizzare
procedure note e condivise da tutti i professionisti
, al fine di poter disporre di