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Capitolo 8

Potenziali elettrochimici - Fugacità e Attività

129

per le specie cariche su basi operative. Consideriamo le differenze nei processi di

trasferimento tra due fasi di una specie neutra rispetto a quello di una specie carica che

sia scambiata tra due fasi che possiedono un diverso stato elettrico, definito da valori

diversi del potenziale elettrostatico macroscopico interno, . Facendo riferimento a una

specie neutra, Y, si è visto in Chimica

Fisica che al lavoro molare isocoro, isotermo e

reversibile di trasferimento di Y dalla fase

alla fase

(lavoro che pareggia quello

delle forze a breve raggio d’azione che vincolano Y nelle due fasi) si può attribuire

l’espressione:

u

Y

αβ

=

Y

β

Y

α

essendo i potenziali chimici

Y

ε

grandezze a definizione locale, cioè con riferimento ad

una certa regione del sistema e ad una certa fase, e funzioni unicamente delle proprietà

locali ( , , composizione chimica relativa) della fase considerata, prescindendo dalle

proprietà di tutto il resto del sistema globale. Scelto un determinato stato di riferimento,

mediante i potenziali chimici è così possibile caratterizzare il livello termodinamico di

Y, relativamente al riferimento considerato, nelle varie condizioni in cui Y stessa è

suscettibile di esistere a una certa temperatura. Le scale di livelli termodinamici così

istituite possono essere quotate in termini di fugacità, oppure di attività:

u

Y

αβ

=

Y

β

Y

α

≡ ln

Y

Y

≡ ln

Y

Y

Nella scala della fugacità si confrontano i livelli termodinamici di Y in condizioni

diverse per

P

, composizione chimica relativa ed eventualmente stato di aggregazione,

tutte alla stessa temperatura; nella scala delle attività, le condizioni confrontate possono

differire solo per la composizione chimica relativa e sono tutte alla stessa temperatura,

pressione e solitamente nello stesso stato di aggregazione.

Consideriamo ora il caso in cui la specie sia una specie carica e sia trasferita tra

due fasi

e

, caratterizzate anche da valori diversi del potenziale elettrico

macroscopico all’interno di ciascuna fase. Il lavoro esterno isotermo, isocoro,

reversibile e riferito a una mole di richiesto per il trasferimento di da

a

serve,

oltre che a pareggiare il lavoro delle forze di vincolamento (a breve raggio d’azione) di

nelle due fasi, anche a vincere le forze del campo elettrostatico macroscopico. A

questo lavoro di trasferimento molare possiamo attribuire, a titolo di definizione,

l’espressione:

u

αβ

= ̃

β

− ̃

L’espressione è formalmente analoga a quella vista per una specie neutra, con una

differenza sostanziale: rispetto ai potenziali chimici, i potenziali elettrochimici così

introdotti, benché suscettibili di definizione locale in una certa fase, non sono più

funzioni solo di proprietà locali della fase considerata, caratterizzabili prescindendo dal

resto del sistema. Questo proprio perché nel processo di trasferimento entra in gioco un

lavoro di natura elettrica che dipende dallo stato elettrico delle fasi: ora lo stato elettrico

di una fase è determinato non solo dalla carica posseduta dalla fase stessa, ma anche da