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www.

edises

.it

In questo racket, insieme alle ma e, agiscono alcuni manager di aziende, faccendieri, amministratori lo-

cali complici e tecnici senza scrupoli, che insieme costituiscono una vera e propria associazione crimi-

nale che conta su pratiche collaudate di corruzione, frode ed evasione scale, attiva su tutto il territorio

nazionale. I reati in questo campo possono avvenire in ogni fase del ciclo: produzione, trasporto e smal-

timento. L’azienda può dichiarare il falso su quantità o tipologia di ri uti da smaltire, la classica

truffa

del cosiddetto giro bolla

, che falsi ca la classi cazione del ri uto nei documenti d’accompagnamen-

to, per dirottare il carico o farlo sparire, oppure af dare l’operazione a imprese che lavorano sottocosto

sapendo che utilizzeranno metodi illeciti.

Per tali organizzazioni criminali è previsto un

sistema sanzionatorio di carattere penale ag-

gravato

che nei casi di attività organizzate ai sensi dell’art. 452-

quaterdecies

c.p. è punito con

la

reclusione da 1 a 6 anni e, se si tratta di ri uti ad alta radioattività, reclusione da 3 ad 8

anni). I limiti edittali previsti consentono il ricorso anche alle intercettazioni di conversazio-

ni telematiche e telefoniche.

Esso colpisce chi al ne di conseguire un ingiusto pro tto, con più operazioni e attraverso

l’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, cede, riceve, trasporta, esporta, im-

porta o comunque gestisce abusivamente ingenti quantitativi di ri uti. La condotta crimino-

sa, per essere compiutamente accertata, necessita di una

pluralità di azioni

, l’

allestimento di

mezzi ed attività organizzate

, l’

attività abusiva

e la

gestione di ingenti quantitativi di ri uti

.

Il giudice, con la sentenza di condanna, ordina il

ripristino dello stato dell’ambiente

e può

subordinare la concessione della sospensione condizionale della pena all’eliminazione del

danno o del pericolo per l’ambiente. Inoltre, è sempre ordinata la con sca delle cose che ser-

virono a commettere il reato o che costituiscono il prodotto o il pro tto del reato, salvo che

appartengano a persone estranee al reato. Quando essa non sia possibile, il giudice individua

beni di valore equivalente di cui il condannato abbia anche indirettamente o per interposta

persona la disponibilità e ne ordina la con sca.

Con l’art. 11 L. 136/2010 tale reato è passato nella competenza delle Direzioni distrettuali an-

tima a (DDA).