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Insegnanti, salute negata e verità nascoste

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Anna non avrebbe “

mai immaginato di fare l’insegnante

” e alla fine

della lettera afferma di essere una

visionaria

. Vale qui la pena ri-

cordare quanto sostiene lo psicologo americano Farber a proposi-

to degli insegnanti e del concetto sopra espresso da Anna: lo stu-

dioso attribuisce alla

componente onirica degli insegnanti

gran parte

della responsabilità del loro malessere, poiché detti sognatori si

scontrano con l’amara realtà uscendone disillusi e distrutti;

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la crisi è maturata lentamente negli anni e Anna stessa riconosce

di avere trascurato e sottovalutato i sintomi. Oggi non riesce più a

gestirli (“

dentro sto morendo lentamente

”). Non sappiamo cosa abbia

reso edotta la docente circa la sua reale situazione, ma ciò che a

noi interessa è quel periodo

al buio

, in cui manca la consapevolezza

del disagio che cresce a dismisura senza che l’insegnante ponga

in atto una strategia di difesa che potrebbe arginare l’acuirsi del

malessere;

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la sintomatologia presentata è quella tipica: ansia, crisi di panico,

sudori freddi, affanno, mancanza d’aria, tristezza e depressione,

crisi di pianto, irritazione, confusione, irrigidimento. Vi è poi la

più subdola delle manifestazioni che rappresenta l’

humus

per la

crescita del malessere generale: la dissimulazione. Questa è, in-

fatti, il vero nemico della persona, poiché la risposta alla crisi può

venire solamente dalla condivisione del disagio coi colleghi e la

famiglia. Al contrario, Anna lo dissimula a scuola e a casa, pur

di mostrarsi energica e in perfetta forma. Questo atteggiamento

spingerà sempre più la docente verso l’isolamento, la solitudine e

la disperazione;

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la panacea della fuga: dapprima verso il sostegno e poi verso l’i-

nidoneità all’insegnamento in seguito all’accertamento medico

in Collegio medico di verifica. Abbandonare il campo non rap-

presenta, però, la soluzione che invece deve essere trovata nella

conoscenza della professione docente, delle sue caratteristiche e

peculiarità, delle conseguenze come

helping profession

, delle strate-

gie da adottare per far fronte alle malattie professionali;

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il fallimentare ritorno in classe in seguito allo

scandalizzarsi

dei col-

leghi (dai quali, tra l’altro, dovrebbe provenire l’aiuto) e la pres-

sione degli studenti che rivogliono la loro insegnante: un ritorno

amaro, perché improntato ancora una volta alla dissimulazione,

poiché

fingere

è la sola strategia di adattamento (negativa) cono-

sciuta e applicata;

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il senso di solitudine che attanaglia Anna nel mezzo di una

piazza

(l’aula) in cui si sente sola a dispetto delle tante presenze urlanti