

6
Insegnanti, salute negata e verità nascoste
>
>
Anna non avrebbe “
mai immaginato di fare l’insegnante
” e alla fine
della lettera afferma di essere una
visionaria
. Vale qui la pena ri-
cordare quanto sostiene lo psicologo americano Farber a proposi-
to degli insegnanti e del concetto sopra espresso da Anna: lo stu-
dioso attribuisce alla
componente onirica degli insegnanti
gran parte
della responsabilità del loro malessere, poiché detti sognatori si
scontrano con l’amara realtà uscendone disillusi e distrutti;
>
>
la crisi è maturata lentamente negli anni e Anna stessa riconosce
di avere trascurato e sottovalutato i sintomi. Oggi non riesce più a
gestirli (“
dentro sto morendo lentamente
”). Non sappiamo cosa abbia
reso edotta la docente circa la sua reale situazione, ma ciò che a
noi interessa è quel periodo
al buio
, in cui manca la consapevolezza
del disagio che cresce a dismisura senza che l’insegnante ponga
in atto una strategia di difesa che potrebbe arginare l’acuirsi del
malessere;
>
>
la sintomatologia presentata è quella tipica: ansia, crisi di panico,
sudori freddi, affanno, mancanza d’aria, tristezza e depressione,
crisi di pianto, irritazione, confusione, irrigidimento. Vi è poi la
più subdola delle manifestazioni che rappresenta l’
humus
per la
crescita del malessere generale: la dissimulazione. Questa è, in-
fatti, il vero nemico della persona, poiché la risposta alla crisi può
venire solamente dalla condivisione del disagio coi colleghi e la
famiglia. Al contrario, Anna lo dissimula a scuola e a casa, pur
di mostrarsi energica e in perfetta forma. Questo atteggiamento
spingerà sempre più la docente verso l’isolamento, la solitudine e
la disperazione;
>
>
la panacea della fuga: dapprima verso il sostegno e poi verso l’i-
nidoneità all’insegnamento in seguito all’accertamento medico
in Collegio medico di verifica. Abbandonare il campo non rap-
presenta, però, la soluzione che invece deve essere trovata nella
conoscenza della professione docente, delle sue caratteristiche e
peculiarità, delle conseguenze come
helping profession
, delle strate-
gie da adottare per far fronte alle malattie professionali;
>
>
il fallimentare ritorno in classe in seguito allo
scandalizzarsi
dei col-
leghi (dai quali, tra l’altro, dovrebbe provenire l’aiuto) e la pres-
sione degli studenti che rivogliono la loro insegnante: un ritorno
amaro, perché improntato ancora una volta alla dissimulazione,
poiché
fingere
è la sola strategia di adattamento (negativa) cono-
sciuta e applicata;
>
>
il senso di solitudine che attanaglia Anna nel mezzo di una
piazza
(l’aula) in cui si sente sola a dispetto delle tante presenze urlanti