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Parte Quarta
Ambito della conoscenza delle disabilità e degli altri Bisogni Educativi Speciali
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niente di più sbagliato, perché questo modo di porsi verso la diversità impedisce
di vedere, oltre la diversità stessa, «
le normalità che accomunano e che rendono
il diverso, al di là delle apparenze, del tutto simile a noi, animato da medesimi bi-
sogni e desideri e alle prese con la stessa realtà
»
1
.
Il soggetto con sindrome genetica ha gli stessi bisogni di sviluppo, di relazione
e di attenzione degli altri bambini, quelli «normodotati», e necessita in primo
luogo di un’educazione «normale», pur avendo diritto al rispetto della sua spe-
cificità. Ignorare i suoi bisogni di normalità «
impedisce o non promuove a suf-
ficienza una serie di interventi educativi non speciali la cui funzione è altrettanto
fondamentale per generare capacità e processi di crescita
».
L’azione educativa, una volta individuate le difficoltà che il soggetto presenta
in relazione agli
obiettivi specifici di sviluppo e di crescita
, deve essere fi-
nalizzata al miglioramento delle funzioni psichiche e corporee, delle attività e
della partecipazione sociale e soprattutto, a partire dalla
scuola dell’infanzia
,
allo sviluppo dei
prerequisiti scolastici
che sono necessari per affrontare po-
sitivamente i successivi livelli d’istruzione: si tratterà di coinvolgere il bambino
in percorsi che ne stimolino le
abilità
e i
processi neurofunzionali
di tipo motorio
e/o cognitivo. Uno dei prerequisiti più importanti per affrontare l’esperienza
scolastica è il
controllo del gesto grafico
– essenziale per scrivere – che può essere
sviluppato valorizzando adeguatamente le risorse neuromotorie esistenti. Ma il
bambino dovrà imparare a stare attento, ad ascoltare, a organizzarsi, a orien-
tarsi nel tempo e nello spazio e soprattutto a mantenere la concentrazione sui
compiti che gli vengono affidati.
Il docente è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale: in particolare, deve
possedere le informazioni di base necessarie a comprendere la
specificità del bi-
sogno educativo
e a non scambiare per bisogni speciali quelli che in realtà sono
bisogni comuni a tutti i bambini. E deve essere in grado di apprestare modalità
d’intervento idonee a superare le resistenze che impediscono o rallentano il per-
seguimento degli obiettivi di crescita, autonomia e integrazione.
Pur se bisognoso di supporto dal punto di vista medico-riabilitativo, l’allievo
con sindrome genetica è un bambino che deve essere aiutato a sviluppare un
proprio percorso di crescita umana e sociale.
24.4
L’alunno con disabilità intellettiva
Il bambino con disabilità intellettiva, al pari di quello con sindrome genetica,
può dare il meglio di sé all’interno del gruppo di classe se trova un ambiente
educativo ricco di attenzioni e calore umano. Il disabile mentale, infatti, si rela-
ziona agli altri in forza della sua
intelligenza affettiva
, cercando i suoi punti di
riferimento nelle persone che gli dimostrano amorevolezza, comprensione e be-
nevolenza. Un ambiente nel quale le sue difficoltà e i suoi inevitabili insuccessi
1
L
ascioli
A.- S
angalli
A.L.
,
Il lavoro educativo con il bambino con sindrome genetica
, in
Una intro-
duzione all’Educazione Speciale
, Salute & Società, Raffaello Cortina Editore, 2009.