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Parte Quarta

Ambito della conoscenza delle disabilità e degli altri Bisogni Educativi Speciali

www.

edises

.it

24.2

 La disabilità intellettiva (ex ritardo mentale)

La disabilità intellettiva (ex ritardo mentale) è la condizione che risulta – già in

età evolutiva, prima cioè del compimento del

diciottesimo anno

– da un insieme

di

deficit dello sviluppo cognitivo e socio-relazionale

. Esso è caratterizzato

da un funzionamento intellettuale generale significativamente al di sotto della

media, presente insieme a carenze del comportamento adattivo, e può essere

causato da qualsiasi condizione che impedisca il normale sviluppo del cervello

prima, durante, dopo la nascita o nel periodo dell’infanzia.

I fattori eziologici possono essere

genetici

(monogenetici, poligenetici, aber-

razioni cromosomiche) o

acquisiti

. Questi ultimi, a loro volta, possono essere

gestazionali

(malattie materne infettive, agenti chimici, traumi etc.),

perinatali

(prematurità, postmaturità, itteri, anossia, traumi cranici, etc.) e

post-natali

(en-

cefaliti, meningiti, vasculopatie cerebrali, etc.).

Nel DSM-5 il termine “ritardo mentale” è stato ufficialmente sostituito da “di-

sabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo)”. Il termine “disabilità

intellettiva” è l’equivalente di “disturbi dello sviluppo intellettivo”, adottato nella

prima bozza dell’ICD-11 (la versione beta attuale riporta

disorder of intellectual

development

). Per sottolineare una progressiva convergenza fra i due sistemi

classificatori, questo secondo termine è stato riportato, fra parentesi, anche nel

titolo del capitolo del DSM.

I nuovi termini del DSM-5 fanno riferimento ad un disturbo con insorgenza

nell’età evolutiva che include deficit intellettivi e adattivi negli ambiti della con-

cettualizzazione, della socializzazione e delle capacità pratiche.

D’ora in poi, per poter formulare la diagnosi in accordo col DSM, devono essere

soddisfatti i seguenti tre criteri:

A. Deficit delle funzioni intellettive, come il ragionamento, la soluzione di pro-

blemi, la pianificazione, il pensiero astratto, il giudizio, l’apprendimento

scolastico o l’apprendimento dall’esperienza, confermato sia da valutazione

clinica che da prove d’intelligenza individualizzate e standardizzate.

B. Deficit del funzionamento adattivo che si manifesti col mancato raggiungi-

mento degli standard di sviluppo e socio-culturali per l’indipendenza perso-

nale e la responsabilità sociale. Senza supporto continuativo i deficit adattivi

limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, quali la

comunicazione, la partecipazione sociale e la vita indipendente, in più ambi-

ti diversi, come la casa, la scuola, il lavoro e la comunità.

C. Insorgenza dei deficit intellettivi e adattivi nell’età evolutiva.

I livelli di gravità vengono definiti sulla base del funzionamento adattivo e non

sui punteggi di quoziente intellettivo (QI), poiché è stato giudicato che sia il fun-

zionamento adattivo, nelle aree della concettualizzazione, della socializzazione

e delle abilità pratiche, a determinare il livello di supporto necessario a mante-

nere una condizione di vita accettabile. In più, quando basse (inferiori a 60), le

misure di QI perdono di validità.