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UNITÀ
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L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità: inquadramento storico-normativo
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Per quanto riguarda gli
altri docenti
e i
dirigenti scolastici
, il D.Lgs. 66/2017, art.
13 (come previsto nella L. 107/2015, art. 1, comma 124) stabilisce che il piano di
formazione contenuto nel PTOF preveda
attività formative sui temi pedagogici rela-
tivi all’inclusione
, soprattutto per i docenti nelle cui classi sono presenti alunni con
disabilità e che siano svolte attività formative in tal senso a titolo di
formazione in in-
gresso e in servizio dei dirigenti scolastici
. Allo stesso modo devono essere previste
attività formative “sugli
aspetti organizzativi, educativo-relazionali e sull’assistenza
di base
in relazione all’inclusione scolastica” per il
personale ATA
, con
obbligo di
partecipazione
da parte dello stesso.
2.12
•
Crescita generale della scuola in tema di integrazione delle
situazioni di disabilità e di svantaggio
Maturarono diffusamente un clima e uno stile di attenzione e di intervento fattivo,
con il fiorire di progetti, metodi ed esperienze educative e didattiche. Si diffuse la
pratica, consueta per i docenti di sostegno e, per la verità, coerente con l’obiettivo
di integrazione dell’alunno disabile, di svolgere momenti di attività didattica
inclu-
dendo l’alunno disabile in piccoli gruppi di alunni con difficoltà
. Le aspettative e
pretese dell’utenza si fecero più consapevoli e avanzate. Tutto questo ebbe un
effetto
alone
anche sul modo di concepire, oltre alle situazioni di disabilità, quelle di alunni
di difficile integrazione nella scuola a causa di condizioni personali o sociali di forte
disagio. Si può dire che si impose nella società e nella scuola una
sensibilità gene-
rale volta effettivamente alla piena integrazione delle persone con disabilità nella
scuola e nella società, e parallelamente di tutti gli alunni e studenti in situazione
di disagio e di difficoltà di apprendimento
, mentre emergeva con la sua forte spe-
cificità la problematica relativa ai
D.S.A.
, per diversi anni inclusi in molti casi tra le
situazioni di svantaggio con certificazione di handicap e assegnazione del docente di
sostegno, benché il ricorso alla L. 104/1992 per i DSA non fosse appropriato, come
ha poi stabilito in via definitiva la Legge 170/2010.
2.13
•
Aspetti problematici. Le linee Guida del 2009
Naturalmente, accanto alla crescita di consapevolezza e ai numerosi aspetti positivi,
vanno registrati aspetti problematici numerosi e complessi. Una parte importante
dei docenti di sostegno è sempre stata costituita da docenti privi del titolo di specia-
lizzazione e spesso anche di esperienza di insegnamento o privi, a volte, di attitudine
pedagogica, incapaci di impostare e realizzare percorsi adeguati di crescita nell’ap-
prendimento e nell’integrazione dell’alunno. Si diffusero alcune pessime abitudini,
soprattutto salendo dalla scuola primaria ai gradi di scuola successivi. La difficoltà di
raccordare o, in casi più impegnativi, di rendere compatibili l’attività del docente di
sostegno rivolta all’alunno e quella generale rivolta alla classe ha da sempre portato
(poi anche per le scuole materna ed elementare). L’attuale decreto legislativo riprende il D.M.
249/2010, art. 13 che già stabiliva che la specializzazione per l’attività di sostegno didattico agli
alunni con disabilità si conseguisse esclusivamente presso le università (prevedendo un minimo
di 60 crediti formativi e almeno 300 ore di tirocinio).