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Capitolo Terzo

Roma e l’Italia 

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12. L’organizzazione dei territori e delle popolazioni

Il controllo di un territorio così vasto implicava l’adattamento di un sistema

istituzionale e di governo, fino a poco tempo prima riferito a una limitata area

regionale, a un territorio geograficamente molto più ampio e molto più articolato

dal punto di vista etnico e storico. La scelta di Roma per fare fronte a tale nuova

realtà fu una commistione fra modelli di assoggettamento più tradizionali, basa-

ti sull’impiego della forza, e di tecniche che potremmo definire di “governo par-

tecipato”, improntate a una considerevole variabilità e adattabilità ai singoli casi.

Innanzitutto le terre conquistate potevano divenire oggetto di locazione o

concessione a scopo agricolo a favore di privati (assegnazioni viritane, ossia

concesse

viritim

, “a singoli individui”), oppure potevano divenire luogo di in-

sediamento di comunità organizzate, nella fattispecie colonie romane o colonie

latine: quindi, una parte di territorio veniva concessa in blocco non a singoli

individui ma a una comunità; altre aree restavano di pertinenza e proprietà di

Roma stessa, formando l’

ager Romanus.

Le colonie romane erano composte da individui che mantenevano la piena

cittadinanza romana e al proprio interno riproducevano un modello di

governance

simile a quello della repubblica romana. Gli abitanti delle colonie romane, es-

sendo cittadini romani a pieno diritto (

optimo iure

), oltre a partecipare alla vita

locale della propria cittadina, potevano recarsi a Roma a votare nelle assemblee

del popolo romano, in quanto ascritti a una tribù. La più antica colonia romana

fu Ostia, dedotta nel 350 a.C., la cui collocazione rende evidenti le ragioni stra-

tegiche che sottendevano alla deduzione di una

colonia civium romanorum

.

Le colonie latine, originariamente fondate da Romani e Latini quando ancora

esisteva la Lega Latina, continuarono in seguito ad essere dedotte accogliendo al

proprio interno tanto Latini, quanto Italici e Romani. Coloro che abitavano in una

colonia latina non possedevano la piena cittadinanza romana (quindi, nel caso di

Romani che si trasferivano in una colonia latina, ciò avrebbe comportato la per-

dita del loro status di

cives Romani

), ma il diritto latino, una forma di Cittadinanza

con minori privilegi. Le colonie latine avevano in compenso proprie leggi, propri

magistrati e attuavano autonomamente il reclutamento militare; non dovevano a

Roma alcun tributo, ma erano tenute a fornire contingenti militari.

I territori delle colonie romane e latine venivano assegnati in modo mol-

to organizzato e normato agli abitanti della colonia: attraverso un processo di

centuriazione, cioè di divisione in centurie; il terreno disponibile veniva cioè

suddiviso in rettangoli di dimensioni variabili sulla base della disponibilità lo-

cale, del numero di coloni e della resa del suolo, in modo tale che ogni nucleo

familiare ricevesse un appezzamento di terreno e potesse provvedere al proprio