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Roma. Dallo stato-città all’impero senza fine

tenti propagandistici, divenne uno dei paradigmi della probità romana e la rap-

presentazione emblematica dell’onestà politica tutta volta al bene comune e aliena

da qualsiasi interesse privato. Volsci ed Equi vennero definitivamente sconfitti

nel 431 a.C., nuovamente sul Monte Algido, ad opera stavolta del dittatore Aulo

Postumio Tuberto. La pace definitiva fu sancita nel 396 a.C.

Il IV secolo a.C. fu segnato anche dalla minaccia sempre incombente dei Sa-

bini: stanziati nel territorio immediatamente a nord-est di Roma, i Sabini erano

in rapporti con Roma sin dalle sue origini, come ribadito dalla tradizione dei

sette re di Roma e del ratto delle donne sabine al tempo di Romolo. Essi con-

trollavano il tratto interno e montano della via Salaria, che deriva il suo nome

appunto dall’essere la strada su cui si trasportava il sale indispensabile per la

sopravvivenza stessa della popolazione di Roma, e parte del corso del Tevere:

di qui le fonti tramandano che i Sabini compissero numerose scorrerie ai dan-

ni dei Romani, giungendo anche spesso fino alle porte della città. Stando alla

tradizione, nel 460 a.C. un gruppo di Sabini coadiuvato da altre genti e guidato

da Appio Erdonio occupò addirittura il colle del Campidoglio; per respingerli

Roma dovette ricorrere all’aiuto di un contingente latino.

3. La guerra controVeio

Le vittorie conseguite su Sabini, Latini, Equi e Volsci condussero Roma a una

posizione di primazia nel centro Italia, che la portò a confrontarsi direttamente

con una delle più potenti città etrusche, Veio. Secondo gli storici antichi, i con-

trasti tra Roma e Veio risalivano fino all’epoca di Romolo; le motivazioni del

conflitto erano prevalentemente di natura economica: Veio si trovava a soli 17

chilometri da Roma, sull’altra sponda del Tevere, che controllava fino alla foce;

è pertanto presumibile che i contrasti con Roma traessero origine dal possesso

delle saline situate in prossimità del mare, nella zona dell’attuale Fiumicino, e

dal controllo delle vie commerciali verso l’interno della penisola, in partico-

lare di quella che, partendo dalla città di

Caere

(l’odierna Cerveteri), passava

per Veio, superava il Tevere raggiungendo Fidene e poi da lì proseguiva fino a

Preneste e giungeva in Campania. Secondo la tradizione, si ebbe una prima fase

di scontri tra il 483 e il 474 a.C. Nell’ambito di questi ripetuti attacchi, nel 480

a.C. il clan dei Fabii, una delle famiglie patrizie più importanti di Roma le cui

terre erano prospicienti il confine etrusco, avrebbe mosso una sorta di guerra

privata e personale contro Veio, che ne minacciava le proprietà: trecento uomi-

ni, componenti della

gens

Fabia con i loro clienti, senza l’appoggio dell’esercito

romano, avrebbero condotto a proprie spese una guerra di clan, che si sarebbe

conclusa tragicamente con lo sterminio della famiglia dei Fabii presso il torrente