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E

V

0

P

2

P

1

P

2

P

1

+ + + +

u

n

E

d

Σ

E

= 0

4.1 Conduttori in equilibrio

71

troni questi si portano sulla superficie, se si sottraggono, ne risulta carente lo strato

superficiale.

Il potenziale elettrostatico risulta costante in ogni punto del conduttore perché

presi due punti qualsiasi, figura 4.2:

V

(

P

2

) –

V

(

P

1

) = –

P

2

P

1

E

·

d

s

= 0

V

(

P

2

) =

V

(

P

1

) =

V

0

.

Il risultato è vero anche se uno dei due punti sta sulla superficie del condut-

tore, che risulta quindi essere una

superficie equipotenziale

.

Dato che la superficie del conduttore è equipotenziale, il campo elettrostatico

E

in un punto esterno molto vicino al conduttore è ortogonale alla superficie del

conduttore, indipendentemente dalla forma di questo.

Il valore di

E

si ricava applicando la legge di Gauss ad un cilindro retto di basi

d

Σ

e superficie laterale di area trascurabile rispetto a

d

Σ

, con una base contenuta

all’interno del conduttore, in cui

E

= 0, e l’altra in prossimità immediata del con-

duttore all’esterno, dove il campo elettrostatico

E

è normale alla superficie, figura

4.3. Detta

dq

la carica contenuta all’interno, sulla superficie del conduttore, si ha:

1

1

E

·

u

n

d

Σ

=

E d

Σ

= —

dq

= —

σ

d

Σ

ε

0

ε

0

e quindi:

σ

E

= —

u

n

,

(4.1)

ε

0

risultato noto come

teorema di Coulomb

. Il verso è

uscente

se la densità è

positiva

,

entrante

se è

negativa

.

Si vede che il modulo del

campo elettrostatico

è

maggiore

dove

σ

è

maggiore

, figura

4.4; come giustificheremo più avanti

σ

è maggiore dove il raggio di curvatura della

superficie è minore, fatto che si verifica ad esempio in zone a forma di

punta

. Se il

conduttore possiede una carica notevole la densità sulle punte è molto elevata e

tale è il campo nelle immediate vicinanze; in una rappresentazione grafica le linee

di forza sono molto fitte vicino alle punte. Da questo effetto hanno origine svariati

fenomeni, come la formazione di scintille tra elettrodi di forma appuntita in am-

biente gassoso o l’effluvio di elettroni da punte cariche negativamente, che av-

viene anche nel vuoto.

Un conduttore carico

lontano da altri conduttori

ha dunque una distribuzione su-

perficiale di carica tale che il campo elettrostatico all’interno sia nullo, qualunque

sia la forma del conduttore. In particolare se il conduttore è sferico la carica è di-

stribuita uniformemente; sappiamo infatti dall’esempio 3.1 che una distribuzione

superficiale sferica uniforme di carica dà campo nullo all’interno. Notiamo inoltre

che la carica deve avere lo stesso segno, positivo o negativo, ovunque sulla superfi-

cie: un accumulo di elettroni soltanto in una certa zona sarebbe dovuto esclusiva-

mente a un campo elettrico esterno che non esiste nel caso considerato.

Avvicinando un conduttore, carico o scarico, ad un altro corpo carico, ovvero in-

troducendolo in un campo elettrico esterno

E

, il campo elettrostatico all’interno non

sarebbepiùnullo,ma sarebbedatoda

E

; senonchéquesto fattoprovocaunmovimento

di elettroni che si spostano per l’azione del campo elettrico esterno e si accumulano in

una zona della superficie, lasciando sul resto della superficie un eccesso di carica posi-

tiva: tra queste zone si crea un

campo elettrostatico indotto

E

i

che contrasta il movimento

degli elettroni e si raggiunge l’equilibrio quando

E

+

E

i

= 0 in tutto l’interno del con-

Proprietà del potenziale elettro-

statico in un conduttore carico

in equilibrio.

Figura 4.2

Applicazione della legge di Gauss

per il calcolo del campo elettro-

statico sulla superficie di un con-

duttore carico.

Figura 4.3

Linee di forza nell’intorno della

superficie di un conduttore ca-

rico.

Figura 4.4