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Capitolo 14
Attività motorio-sportiva scolastica:
caratteristiche, organizzazione,
contenuti
L’allenamento è il complesso di adattamenti fisiologici, morfologici e tecnici
che permettono all’organismo umano di migliorare le proprie prestazioni.
È il processo fisiologico attraverso il quale l’individuo, mediante la pratica
continua e regolare dell’esercizio fisico, aumenta la sua preparazione motoria,
la capacità di lavoro e di resistenza alla fatica.
«L’allenamento sportivo è un processo pedagogico-educativo che si concretizza con
l’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità e intensità tali da produrre carichi
progressivamente crescenti che stimolino i processi fisiologici di supercompensazione e migliorino
le capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta al fine di esaltarne e consolidarne il
rendimento in gara»
1
.
14.1.
Fenomenologia dell’allenamento
La
fenomenologia dell’allenamento
è basata sui principi della sindrome generale
di adattamento e della supercompensazione. A questi principi bisogna riferirsi
per comprendere il motivo per cui un atleta, per migliorare le sue prestazioni
fisiche, deve adattare il suo organismo gradualmente e progressivamente a sforzi
sempre più intensi, senza mai oltrepassare i propri limiti fisiologici. Qualsiasi
cambiamento nelle nostre abitudini di vita o qualsiasi avvenimento esterno che
ci colpisca direttamente o indirettamente provoca un processo di reazione e di
adattamento all’evento. L’organismo, quindi, per mantenere il suo equilibrio
fisiologico, reagisce e si difende di fronte alla nuova circostanza. La risposta
dell’organismo allo stimolo proveniente dall’ambiente esterno è rappresentata
dall’adattamento. Hans Selye definisce
stress
l’azione che l’organismo compie per
mantenere il suo equilibrio interno, cioè per aumentare le sue costanti nei limiti
fisiologici.
Gli stimoli possono essere di varia natura e Selye considera lo
stimolo motorio
alla stessa stregua degli altri agenti stressanti, con la differenza che l’esercizio
muscolare provoca dei fenomeni di shock molto lievi e fenomeni di contro-
shock più pronunciati, offrendo così un più ampio margine di riorganizzazione
interna di quanto non facciano gli altri agenti stressanti.
1
Cfr. Vittori C.,
La pratica dell’allenamento
, Società Stampa Sportiva, Roma 2003.