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3.

 Storia

185

3.37 La questione mediorientale, le guerre in Iraq e

la “primavera araba”

Il Medio Oriente è una delle aree geopolitiche di maggiore tensione nel

mondo, sia per la presenza di ingenti riserve di petrolio, risorsa strategica per

l’economia dei Paesi industrializzati, sia per il perdurante contrasto arabo-

israeliano. La Gran Bretagna fin dal 1917 aveva legittimato con la

dichia-

razione

Balfour

, dal nome del Ministro degli Esteri Arthur Balfour che la

formulò, la formazione di un una “casa nazionale” per il popolo ebraico in

Palestina, regione che, dopo lo smembramento dell’impero ottomano avve-

nuto alla fine del primo conflitto mondiale, divenne un “mandato” britan-

nico. La conseguente immigrazione di Ebrei in Palestina da ogni parte del

mondo, soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale, anche in conseguenza

delle persecuzioni naziste, fece scoppiare violenti contrasti tra la componente

ebraica e le popolazioni arabe. Nel novembre del 1947, allo scadere del man-

dato britannico, l’ONU deliberò la

divisione

della

Palestina

in

due

Stati

:

uno arabo e l’altro ebraico. La nascita dello

Stato d’Israele

fu solennemente

proclamata il 14 maggio 1948 da

Ben Gurion

, il

leader

storico del movi-

mento sionista (da Sion, il nome della collina di Gerusalemme) che aveva

come scopo il ritorno degli Ebrei in Palestina, e primo presidente d’Israele.

Nel frattempo gli stati arabi confinanti, Siria, Libano, Giordania, Iraq, Egitto,

Arabia Saudita e Yemen avevano dato vita alla

Lega degli Stati arabi

. Decisi

a non lasciar scampo al neonato Stato ebraico, attaccarono immediatamente,

non appena le truppe inglesi se ne furono andate (

prima

guerra

arabo-

israeliana

). L’aggressione araba si risolse in una catastrofica sconfitta con-

tro uno Stato ben preparato come quello israeliano, che, forte dell’appoggio

degli Stati Uniti, ampliò in misura significativa i territori assegnati loro dalle

Nazioni Unite in Palestina, conquistando tra l’altro la parte occidentale di

Gerusalemme che fu proclamata capitale dello Stato d’Israele e lasciando ai

musulmani solo la

striscia

di Gaza

e la

Cisgiordania

. Numerosi arabo-pale-

stinesi fuggirono dai territori conquistati da Israele rifugiandosi nei campi

profughi allestiti nei Paesi arabi limitrofi.

Appena otto anni più tardi ebbe luogo una

seconda guerra arabo-israeliana

.

Il regime egiziano di stampo militare, guidato da

Nasser

, intendeva formare

una grande nazione araba indipendente da ogni influenza straniera. In questa

ottica rientrò il provvedimento di

nazionalizzazione

del

Canale

di

Suez

,

fino ad allora controllato da Gran Bretagna e Francia. Israele, da parte sua,

temeva le spinte panarabiche di Nasser e non accettava di vedersi estromesso

dalla navigazione lungo il Canale. L’esercito israeliano, a fine ottobre del

1956, occupò prima la striscia di Gaza e poi sfondò le linee nemiche egiziane

penetrando e occupando tutta la regione del Sinai fino al Canale di Suez.

Secondo gli accordi con Gran Bretagna e Francia, dopo l’invasione israeliana,