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Capitolo 1

Dalla cooperazione all’Unione europea

1.1 Le origini

Il periodo compreso tra la fine della Prima Guerra Mondiale e l’inizio della Se-

conda fu caratterizzato da una riflessione critica sul destino del continente europeo,

lacerato dalla rivalità fra Germania, Inghilterra e Francia. Le politiche di espansione

di questi Paesi avevano trascinato l’Europa nel baratro della

Grande guerra

.

Uno dei frutti di questa riflessione fu l’

Unione Paneuropea

, associazione con

sede a Vienna, fondata nel 1924 dal conte

Richard Coudenhove-Kalergi

e il cui

presidente onorario divenne il politico francese

Aristide Briand

. L’idea era quella

di far tacere le armi e costruire gli Stati Uniti d’Europa, dove la Germania finalmen-

te avrebbe potuto sedere accanto ai suoi vecchi nemici. Purtroppo, però, mentre

Briand teneva nel 1929 un discorso su un

progetto di federazione europea

alla

Società delle Nazioni, la prima organizzazione internazionale a salvaguardia della

pace nata dopo la Prima Guerra Mondiale, in Germania si faceva largo un oscuro

caporale austriaco, Adolf Hitler, che nel 1933, a capo del partito nazionalsocialista,

arrivò al potere instaurando una feroce dittatura.

Nel giro di pochi anni l’Europa ripiombò nel terrore di un nuovo conflitto mon-

diale, che infatti ebbe inizio nel 1939 con l’invasione tedesca della Polonia.

Durante la guerra, nel 1941, venne diffuso il

Manifesto di Ventotene

, dal nome

dell’isola in cui erano confinati per volontà del regime fascista gli estensori dello

stesso,

Altiero Spinelli

,

Ernesto Rossi

ed

Eugenio Colorni

. Nel Manifesto era

chiaramente indicato che all’origine delle crisi e delle guerre in Europa v’era la con-

traddizione essenziale dell’esistenza degli Stati nazionali. Era quindi indispensabile

dar vita ad un’organizzazione federale europea, caratterizzata da unità monetaria,

abolizione delle barriere doganali e delle limitazioni all’emigrazione tra gli Stati

appartenenti alla federazione, esercito unico federale, rappresentanza diretta dei cit-

tadini alle assemblee federali, politica estera unica.

Nello stesso periodo, accanto ai

federalisti

di Ventotene si affacciarono alla ri-

balta della storia europea i

funzionalisti

, rappresentati dal rumeno

Davide Mi-

trany

, che pubblicò a Londra, nel 1943, il saggio

A working Peace System. An argu-

ment for the Functional Development of International Organization.

Funzionalista era

anche

Jean Monnet

, che indirizzò una nota al

Comité Français de Libération Nationale

(sempre nel 1943), sostenendo la necessità di legami più stretti fra i Paesi dell’Euro-

pa come antidoto alla guerra.

La fine del secondo conflitto mondiale vide l’Europa fare i conti non solo con mi-

lioni di morti e un’economia in crisi, ma anche con il rischio di rimanere compressa

nella morsa egemone delle due nuove superpotenze, USA e URSS, che avevano

ormai assunto il ruolo di dominatrici del mondo.