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Capitolo 1

- Dalla cooperazione all’Unione europea

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dei governi nazionali. Il funzionamento istituzionale del secondo e terzo pilastro

dell’Unione europea poggiava, invece, su una logica di cooperazione intergoverna-

tiva (cd.

metodo intergovernativo

), caratterizzato dal ruolo preminente del Con-

siglio, dal ruolo consultivo del Parlamento europeo e dal ruolo limitato della Corte

di giustizia. Nell’ambito di questi pilastri il potere decisionale era rimesso in ultima

analisi agli Stati membri.

Il Trattato di Maastricht instaura l’unione economica e monetaria in tre fasi:

– la

prima fase

prevedeva la liberalizzazione della circolazione dei capitali ed il

consolidamento delle politiche economiche e monetarie internazionali (1° luglio

1990);

– la

seconda fase

mirava alla convergenza delle politiche economiche degli Stati

membri mediante il coordinamento delle banche nazionali attraverso l’Istituto

monetario europeo (IME) (1° gennaio 1994);

– nella

terza fase

era previsto il passaggio alla moneta unica per gli Stati che aves-

sero rispettato i

criteri di convergenza

delle politiche economiche previste dal

Trattato CE e la costituzione di una Banca centrale europea (BCE, 1° gennaio

1999).

I criteri che ogni Paese avrebbe dovuto rispettare per mantenere lo status di

membro dell’UE erano i seguenti:

– mantenimento del debito al di sotto del 60% del PIL;

– contenimento dell’inflazione nel limite dell’1,5% della media dei migliori Stati

membri;

– riduzione del deficit al 3% del PIL.

L’insieme delle previsioni contenute nel Trattato di Maastricht hanno contri-

buito a rafforzare le competenze dell’UE e a potenziarne le istituzioni, determi-

nando la progressiva crescita di un continente dalle dimensioni sovranazionali, ol-

tre ad aver promosso l’integrazione attraverso l’adozione di una politica monetaria

unica. Tuttavia, i risultati di Maastricht nel 1992 non furono altro che un mero

compromesso, caratterizzato dalla persistenza di aspetti provenienti da diverse vi-

sioni del futuro dell’Europa che ostacolavano il reale avanzamento del processo di

integrazione.

1.6 Il Trattato di Amsterdam

Il Trattato di Amsterdam, firmato il 2 ottobre 1997 ed entrato in vigore il 1°

maggio 1999, è il risultato di due anni di confronti e trattative nell’ambito della

Conferenza dei rappresentanti dei governi degli Stati membri (iniziata nel maggio

1996 e terminata il 18 giugno 1997), la cui istituzione era già prevista all’interno del-

lo stesso Trattato di Maastricht, che nelle disposizioni finali invitava gli Stati membri

a convocare una Conferenza intergovernativa per la sua revisione.