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Quando il cuore non funziona più bene

Quando il processo di invecchiamento, di cui

abbiamo discusso in precedenza, induce una

riduzione critica del flusso di sangue agli or-

gani che aspettano ossigeno e nutrimento si

genera una condizione di ischemia.

La

cardiopatia ischemica

è la patologia

determinata dal ridotto apporto di sangue

al cuore per l’ostruzione o il restringimen-

to dei vasi che nutrono il muscolo cardia-

co, il

miocardio

. Questi vasi sono le arte-

rie

coronarie

.

L’

infarto del miocardio

si ha quando

una parte del muscolo cardiaco muore e

rimane danneggiata in modo permanen-

te per la prolungata carenza di sangue.

Il danno sarà proporzionato all’estensione

del territorio cardiaco colpito e alla dura-

ta dell’occlusione. In molti casi si crea un

“circolo collaterale” di vasi vicini al vaso

principale occluso che garantisce la so-

pravvivenza. Quando il periodo di assenza

o riduzione del flusso di sangue non è ec-

cessivamente lungo si può avere soltanto

ischemia, senza infarto. In questo caso si

avverte dolore per un periodo breve di tem-

po: tale condizione si definisce “angina”,

termine che deriva dal latino e significa ap-

punto “dolore”.

Lo

scompenso cardiaco

(o

insufficienza

cardiaca

)

è la patologia dovuta al danneg-

giamento del cuore che non funziona più

come una pompa efficiente per le esigenze

di tutto l’organismo. Il muscolo cardiaco

può essersi indebolito per l’ostruzione delle

coronarie, per l’ipertensione arteriosa o per

altre malattie. Le valvole del cuore posso-

no danneggiarsi per tutti questi processi e

non essere più “a tenuta”, con un graduale

peggioramento della capacità contrattile

del tessuto muscolare cardiaco. Tale con-

dizione comporta un progressivo accumu-

lo di liquidi che si concentrano nelle parti

più declivi del nostro organismo, andando

a formare gli

edemi

(gonfiore degli arti infe-

riori e della regione pre-sacrale, cioè della

parte posteriore bassa del tronco). Nei casi

più gravi si possono anche accumulare nei

polmoni, impedendo quindi al sangue di

caricarsi di ossigeno ed eliminare anidride

carbonica, generando in tal modo una con-

dizione gravissima (

edema polmonare

) che

può portare anche alla morte.

Non solo il cuore, però, subisce i danni del-

la cattiva circolazione del sangue. Anche altri

organi e apparati possono andare incontro a

sofferenza per la riduzione o l’interruzione

dell’afflusso di sangue.

L’

ictus

è la conseguenza di un’alterazione

dell’irrorazione sanguigna del cervello, di

solito causata dall’occlusione di un’arte-

ria cerebrale. L’ictus provoca riduzione

della sensibilità, del movimento e della

funzione controllata dalla zona lesa. Cir-

ca l’80% degli ictus sono dovuti alla pre-

senza di un

trombo

, cioè di un coagulo

di sangue che ostruisce, parzialmente o

completamente, le arterie cerebrali, pro-

vocando ischemia; in questa situazione si

parla di

ictus ischemico

.