TFA Abilitazione all'insegnamento - T5 Francese - page 28

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Parte Prima
L’insegnamento della lingua francese nelle scuole
Chi non conosce almeno una lingua straniera rischia, oggi, di chiudersi in una
nicchia che lo isola dal mondo attivo, interdetto dalla partecipazione agli even-
ti di un mondo globalizzato perché non comprende i fenomeni che caratte-
rizzano la realtà circostante, che lo riguardano ed inevitabilmente influiscono
sulla sua vita.
Chi, invece, sa comunicare in un’altra lingua, costruisce una rete di relazioni
ampia che contribuisce ad allargare i suoi orizzonti e sa interpretare gli avve-
nimenti con occhio critico. Inoltre, essere consci dell’importanza di saper par-
lare altre lingue significa non trascurare l’importanza degli aspetti culturali ad
esse sottesi e non ignorare l’arricchimento che deriva dalla diversità (si ricordi
che “l’unità nella diversità” è un cardine fondamentale dell’Europa unita).
L’Italia è in forte ritardo, nonostante si senta parlare di metodologia CLIL
(
Content and Language Integrated Learning
)
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da circa un ventennio, con l’in-
segnamento di una o più discipline non linguistiche in una lingua straniera;
solo adesso nell’ambito del riordino degli indirizzi della scuola secondaria di
secondo grado essa fornisce indicazioni precise (non prescrittive però) in me-
rito all’insegnamento di una disciplina in lingua nel biennio finale dei licei.
All’estero è più frequente che un docente di lingua straniera insegni anche
un’altra disciplina in lingua. In Italia sono ancora pochi i docenti di altre disci-
pline curriculari che si sono adeguatamente formati e sono in grado di presen-
tare tutta o una parte del loro programma in una lingua straniera.
Fortunatamente, in ambito universitario, sta crescendo il numero di atenei che
tengono corsi in lingua straniera e cresce nel contempo la consapevolezza da
parte degli insegnanti di preparare i loro studenti alle “sfide” europee per evi-
tare loro le frustrazioni dovute alla difficoltà di sapersi rapportare con gli altri
per mancanza di mezzi linguistici e comunicativi adeguati.
Occorre ricordare ai futuri docenti che partecipano alla nuova fase concorsua-
le che essa è calata in un’ottica europea, che è compito dell’insegnante esserne
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L’acronimo CLIL/EMILE (
Content and Language Integrated Learning/Enseignement d'une
Matière par l’Intégration d’une Langue Étrangère/Apprendimento Integrato di Lingua e Contenuto),
fu coniato nel 1994 da David Marsh dell'Università finlandese
di Jyväskyläe e fu in seguito
portato all'attenzione dei linguisti internazionali
ed europei nel 1996 dallo stesso Marsh e
dall’olandese Anne Maljers della piattaforma europea per l’istruzione. “
L’acronimo CLIL viene
utilizzato come termine generico per descrivere tutti i tipi di provvedimenti, in cui viene utilizzata una
seconda lingua (una lingua straniera, regionale o lingua minoritaria e/o un’altra lingua ufficiale del
paese) per insegnare certe materie del curriculum, diverse dalle lezioni di lingua
(CLIL nella scuola in
Europa, Eurydice 2006:8).
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