

Capitolo
2
I contributi delle scienze dell’educazione
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Esperienze e conoscenze maturate dal bambino da zero a tre anni circa,
ovvero nel corso della prima e della seconda infanzia, costituiscono appren-
dimenti generativi dell’ulteriore sviluppo cognitivo.
Secondo Piaget, in questo periodo – all’incirca verso i tre anni – avviene
il passaggio dall’intelligenza senso-motoria all’intelligenza rappresenta-
tiva.
Questa seconda forma di intelligenza, di livello superiore alla prima, si svi-
luppa secondo linee di continuità rispetto all’intelligenza senso-motoria.
Essa è caratterizzata, sostanzialmente, dall’immagine mentale di oggetti
non presenti percettivamente o di un altro significante (un simbolo o un
segno).
Lo sviluppo delle funzioni rappresentative è favorito, fin dalla prima in-
fanzia, dall’attività imitativa – intesa soprattutto come imitazione differita
rispetto al modello non presente –, dal gioco – riferito, in particolare, al
gioco simbolico – e dall’uso del linguaggio verbale.
Mediante l’attività imitativa, il gioco e l’uso del linguaggio verbale si svilup-
pano comportamenti adattivi all’ambiente e processi cognitivi.
2.3
Comportamenti adattivi e processi cognitivi
L’intelligenza viene considerata da Piaget come adattamento immediato a
situazioni sempre nuove.
Ogni individuo possiede schemi mentali di previsione e di spiegazione di
fatti e fenomeni che gli consentono di stabilire rapporti cognitivi con quan-
to di nuovo viene introdotto nel suo ambiente.
Gli schemi mentali preesistenti costituiscono chiavi di lettura utili a inter-
pretare la realtà.
Le esperienze nuove, tuttavia, presentano elementi che non sono compresi
negli schemi di previsione e di spiegazione posseduti dal soggetto.
Quest’ultimo, pertanto, non è nelle condizioni di poter comprendere, e
quindi conoscere, quanto di nuovo l’ambiente gli presenta.
Di fronte a nuove esperienze il soggetto si trova, quindi, ad assumere nuovi
dati da inglobare nei propri schemi mentali attraverso un processo che Pia-
get definisce di “assimilazione”.
A tale processo, perché vi sia comprensione e quindi conoscenza, deve corri-
spondere un processo di “accomodamento” degli schemi mentali già posseduti
che devono trasformarsi in modo da includere i nuovi dati provenienti dall’e-
sperienza.
Gli schemi mentali preesistenti, più elementari e semplici perché compren-
sivi di esperienze minori e atti a interpretare un numero inferiore di feno-
meni, a seguito di processi di assimilazione e di accomodamento, si trasfor-
mano in schemi mentali più complessi ed evoluti.