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Parte Prima

 Elementi di progettazione per una lezione efficace

Tra il comportamento istintivo del ragno, il comportamento abitudina-

rio dei cani e dei gatti e il comportamento intelligente degli scimpanzé

sembra esserci una continuità evolutiva avente i caratteri della gradualità

filogenetica.

Tale continuità non è riscontrabile solo a livello filogenetico (come l’evolu-

zionismo moderno sembra confermare), ma emerge anche a livello onto-

genetico, ovvero nel corso dello sviluppo del singolo individuo.

Nella specie umana, durante la crescita degli individui, osserviamo una pro-

gressione dei comportamenti che ricalca, nelle sue diverse fasi, le forme di

adattamento all’ambiente riscontrate nelle specie inferiori.

L’intelligenza, che si fonda su processi biologici di morfogenesi e di fles-

sibilità adattiva, percorre, nell’uomo, dalla nascita fino all’età adulta, un

itinerario evolutivo caratterizzato da diverse forme di comportamento che

vanno progressivamente da adattamenti limitati fino a forme complesse di

riorganizzazione e strutturazione mentale della realtà.

Dall’osservazione sistematica del comportamento dei bambini, nei diversi

momenti della loro evoluzione, anche in relazione alla crescita cronologi-

ca, Piaget trae l’ipotesi relativa all’esistenza di diversi gradi di intelligenza,

corrispondenti alle forme adattive dei soggetti all’ambiente.

Rileviamo, pertanto, una continuità tra le forme di intelligenza più sempli-

ci riscontrabili subito dopo la nascita e le forme di intelligenza via via più

complesse che si vanno sviluppando nel corso dell’età evolutiva.

La forma di comportamento adattivo più semplice è riconducibile ad attivi-

tà esercitative fondate su meccanismi ereditari e connessioni neuro-musco-

lari che vanno a costituire schemi mentali percettivo-motori.

Le strutture mentali attive del bambino, subito dopo la nascita, corrispon-

dono a schemi percettivo-motori che, dalle prime coordinazioni semplici

(gli schemi della visione vengono coordinati con quelli della suzione), pas-

sano a coordinazioni meglio integrate.

Da zero a due anni circa, quindi, il bambino attraversa quella fase della sua

età evolutiva che Piaget definisce dell’intelligenza senso-motoria.

Il livello successivo di sviluppo corrisponde all’intelligenza rappresentativa,

intuitiva, di grado preoperatorio che dura, approssimativamente, dai due

anni e mezzo ai cinque anni di età.

Segue un’intelligenza rappresentativa di tipo operatorio concreto che ca-

ratterizza l’attività del bambino per tutto l’arco di tempo di frequenza della

scuola primaria, dai sei ai dieci anni circa.

Dagli undici anni in poi l’intelligenza del bambino acquisisce capacità di

tipo ipotetico-deduttivo, relative a una logica formale e astratta.

Il passaggio graduale da un livello di intelligenza a quello immediatamen-

te successivo è dato dal fatto che alle strutture mentali corrispondenti a un

comportamento intelligente più semplice e limitato si sostituiscono strutture

mentali corrispondenti a un comportamento intelligente più complesso.