

Capitolo
2
I contributi delle scienze dell’educazione
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In relazione alla prima ipotesi-guida, relativa a una continuità tra adatta-
mento riflesso, abitudinario e intelligente, Piaget sostiene che il comporta-
mento dei soggetti, sia appartenenti al mondo animale sia a quello umano,
segue itinerari evolutivi secondo linee di gradualità che vedono ai primi
livelli l’esercizio di automatismi di base.
Tali automatismi corrispondono a comportamenti rigidi, nei quali preval-
gono meccanismi neuro-muscolari e istintuali.
Esempio di rigidità e di irreversibilità del comportamento è dato dal ragno
che costruisce la sua tela per catturare gli insetti: ove si modificassero le
condizioni ambientali o la tela andasse a lacerarsi in qualche punto, l’ani-
male continuerebbe nel suo lavoro a senso unico, senza essere capace di
modificare la sua condotta.
Più plastica appare invece la condotta di gatti e cani, nei quali il formarsi di
sempre nuove connessioni tra percezione e movimento determina costanti
capacità adattive all’ambiente, generando apprendimenti.
Gli studi di Thorndike, con esperimenti con cani e gatti, infatti, rivelano
che questi animali, mediante un comportamento che procede per prove
ed errori, conquistano strategie risolutive di problemi che consentono
loro di raggiungere l’obiettivo desiderato: essi imparano, ad esempio, at-
traverso una serie di tentativi ed errori, ad abbassare una leva che consen-
te l’elargizione di cibo.
Gradualmente, essi intensificano le risposte positive e riducono gli errori:
il comportamento diventa sempre più sicuro e univoco e, con la ripetitività
delle condotte, raggiunge livelli di addestramento generando anche forme
di ammaestramento.
Un comportamento adattivo più evoluto, tale da consentire risposte più im-
mediate e meglio adeguate ai problemi ambientali, è quello degli animali
più vicini a noi nella scala evolutiva.
Gli studi di Kohler sugli scimpanzé evidenziano che questi animali adot-
tano, nelle loro condotte, strategie intelligenti, che rivelano l’esistenza di
un’attività rappresentativa: lo scimpanzé, per raggiungere una banana col-
locata all’esterno della gabbia, è capace di infilare l’uno nell’altro due ba-
stoni e attirare a sé il frutto.
Questo comportamento implica l’utilizzo di schemi mentali che vengono
coordinati nell’intuizione dei rapporti mezzo-fine.
Gli esempi finora citati, tratti dalla psicologia animale che consente livelli
sperimentali di maggiore attendibilità scientifica rispetto alla psicologia
umana, evidenziano diversi livelli di adattamento all’ambiente nei com-
portamenti di specie animali che occupano posizioni diverse nella scala
evolutiva.
È individuabile – secondo Piaget – una certa continuità, sul piano genetico,
tra le diverse forme di comportamento considerate.