

Premessa
XI
Le Indicazioni Nazionali 2012 si aprono a queste nuove dimensioni, sottolineano
il rapporto della scuola con i nuovi scenari della società, si pongono in linea con
gli obiettivi dell’Unione Europea e coniugano la dimensione locale di una scuola
contestualizzata nelle problematiche del territorio di appartenenza con la dimen-
sione Europea e mondiale che è sfondo integratore della mission e della vision di
ogni scuola.
Il nuovo documento di indirizzo per la costruzione del curricolo scolastico ripren-
de, approfondisce ed amplia i contenuti delle Indicazioni Nazionali 2007.
Su questa base di continuità, sostenendo l’autonomia pedagogica dei Collegi dei
docenti, la centralità degli allievi e la personalizzazione dei processi di apprendi-
mento e di sviluppo della personalità integrale di ciascun soggetto, il nuovo docu-
mento di indirizzo apre la via a dimensioni proiettate nel futuro e ricche di imma-
ginazione scientifica.
Questo lavoro, nel sottolineare come la scuola, quale agente di istruzione e di for-
mazione dei giovani, sia al centro di ogni cambiamento esistenziale, per indivi-
duare le direzioni più giuste verso cui orientare i docenti che possono e devono
essere il motore della rivoluzione culturale che sottende i nuovi equilibri sociali, fa
riferimento ad entrambi i documenti di indirizzo citati.
Solo dalla ricaduta che le
Indicazioni Nazionali 2007
hanno avuto nella progettua-
lità delle scuole e nella pratica didattica si può comprendere, infatti, “come cambia
la scuola” ed aprirsi ai nuovi orizzonti prospettati dalle
Indicazioni Nazionali 2012
.
Fulcro del cambiamento è la mediazione didattica e, nella pratica quotidiana, la
lezione.
Se è vero che conoscenze e competenze sono chiave di lettura dell’ipercomplessità
sociale e sono strumento di inclusione nei processi sociali per l’occupabilità e la
cittadinanza attiva dei giovani in un mondo che cambia velocemente, è ineludibile
la domanda: come avvicinare l’allievo alle conoscenze e far sì che queste diventino
competenze e “diano forma” a nuovi “saper essere” cittadini del mondo?
Come costruire un setting didattico efficace in tal senso? Quale organizzazione de-
gli ambienti e degli spazi perché questi siano sfondo integratore significativo per
raggiungere traguardi di competenze? Quali metodologie adottare, quali attività
privilegiare, quali best practices ricercare nell’ambito della “lezione” che non può
più essere la lectio tradizionale?
La lezione, infatti, deve necessariamente essere qualcosa di diverso dal modello
di trasmissione unidirezionale del sapere finora adottato: essa deve riproporre a
scuola le esperienze ed i problemi della vita degli allievi. La lezione cambia, quindi,
nell’organizzazione, nelle attività, nel senso e nel significato.
Questo lavoro intende descrivere, con i contributi di alcuni autori particolarmente
significativi nel quadro delle scienze dell’educazione e con i contributi della scuola
che progetta ed opera, come si rinnova la scuola per rispondere ai bisogni formativi
dei giovani e realizzare il diritto allo studio di tutti gli allievi.