

5.4 Organi cavi
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181
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Figura 5.5
Sezioni di fegato. Nel fegato, il tessuto connettivo delinea i confini di ogni lobulo epatico. In (
A
) si può osser
vare il tessuto connettivo, colorato
in blu
(colorazione di Azan-Mallory), che delinea i confini di ogni lobulo epatico. Al cen
tro del lobulo si osserva la vena centrolobulare (VC), mentre ai vertici del lobulo si individuano zone connettivali dette spazi
portali (SP). Ogni spazio portale accoglie un ramo dell’arteria epatica, un ramo della vena porta, un vaso linfatico e un dotto
biliare. (
B
) Sezione di fegato colorata con impregnazione argentica per mettere in evidenza le fibre reticolari che costituisco
no lo stroma, ossia l’impalcatura dell’organo.
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5.4 ORGANI CAVI
Gli
organi cavi
, o
a tonache sovrapposte
, sono co-
stituiti da una parete che delimita un lume, la cui fun-
zione è quella di accogliere un contenuto (es. stoma-
co, vescica) o permetterne il transito (es. trachea,
esofago). Gli organi cavi vengono suddivisi in
visce-
rali
e
vascolari
.
5.4.1 Organi cavi viscerali
Negli
organi cavi viscerali
, la parete è organizzata
in quattro tonache disposte concentricamente. An-
dando dal lume dell’organo verso l’esterno, si osser-
vano la
tonaca mucosa
, la
tonaca sottomucosa
, la
to-
naca muscolare
, la
tonaca sierosa
(se l’organo è al-
loggiato nella cavità celomatica) o la
tonaca avventi-
zia
(se l’organo è al di fuori della cavità celomatica)
(
Figure 5.6
e
5.7
).
La
tonaca mucosa
è formata da un epitelio di ri-
vestimento che poggia su un connettivo lasso a fa-
sci intrecciati, detto
lamina propria
o
tonaca pro-
pria
, che, come nell’intestino, può sollevarsi, accom-
pagnando l’epitelio sovrastante nella formazione di
villi intestinali (
Figura 5.8
).
Le cellule che costituiscono l’epitelio hanno una
morfologia e un grado di organizzazione correlati al-
la funzione svolta dallo specifico organo. Ad esem-
pio, nell’intestino, organo deputato all’assorbimen-
to delle sostanze nutritizie, vi è un epitelio cilindrico
monostratificato che nel tratto del duodeno presen-
ta specializzazioni funzionali, dette microvilli, che
formano l’orletto a spazzola, per aumentare la su-
perficie assorbente (
Figura 5.9
).
L’esofago, organo sottoposto a usura meccani-
ca per il passaggio del cibo, ha invece un epitelio pa-
vimentoso pluristratificato non corneificato (
Figura
5.10
). Negli organi cavi, gli epiteli di rivestimento dan-
no origine anche a ghiandole esocrine, che posso-
no avere localizzazione diversa (
Figura 5.6B
). Quel-
le confinate nell’epitelio vengono dette
ghiandole in-
traepiteliali
(es. cellule caliciformi mucipare) (
Figu-
ra 5.9
); quelle che si sviluppano all’esterno dell’epi-
telio, ma rimangono nella parete dell’organo, vengo-
no dette
ghiandole intraparietali
(es. ghiandole ga-
striche dello stomaco, che si sviluppano nella lamina
propria della tonaca mucosa, e ghiandole del Brun-
ner dell’intestino tenue, che raggiungono la tona-
ca sottomucosa); quelle che si sviluppano al di fuo-
ri della parete dell’organo vengono dette
ghiandole
extraparietali
, ma queste, tramite un dotto, riversa-
no comunque nel lume dell’organo il loro secreto (es.
fegato e pancreas, che riversano il loro secreto nel
duodeno).
Negli organi cavi dell’apparato digerente, la to-
naca mucosa presenta cellule muscolari lisce che si
organizzano al di sotto della lamina propria a for-
mare la
muscularis mucosae
, indispensabile per
rendere indipendenti alcuni movimenti della to-
naca mucosa rispetto alle restanti tonache (
Figura
5.7B
). La
tonaca sottomucosa
è formata da tessuto
connettivo lasso, che garantisce non solo una sepa-
razione tra la tonaca mucosa e le restanti tonache