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CAPITOLO

1

Scienza, chimica e società

9

modalità di preparazione, cottura, abbinamento e presentazione dei cibi, e percepita

positivamente dal consumatore.

Insomma, la chimica, come scienza e come industria, porta innovazione in quasi tutti

i settori produttivi.

L’allontanamento ed il rifiuto della chimica come scienza e tecnologia utile all’uomo

è da attribuire certamente alle numerose catastrofi provocate dall’industria chimica,

che spesso non si assume le responsabilità di quanto causato, nonché allo sforzo di

cercare di insabbiare i danni, ottenendo invece come unico effetto una totale perdita

di credibilità da parte dei cittadini.

Possiamo ricordare la strage di Bhopal, i recenti casi portati alla ribalta dalla cronaca

italiana per quel che riguarda il petrolchimico di Marghera, il caso Ilva di Taranto

ed Eternit di Casale Monferrato, i problemi derivanti dallo stoccaggio, dal trasporto

e dallo smaltimento delle scorie radioattive.

Pur vivendo in una società strettamente dipendente dalla chimica, i cittadini associa-

no ad essa una connotazione negativa, fenomeno che è stato definito “chemofobia”

21

.

Comunicare la chimica al grande pubblico risulta difficile a causa della “chemofo-

bia” e della sua inerente complessità. È compito dei chimici migliorare le proprie ca-

pacità comunicative verso il grande pubblico. Provocatorio un recente articolo pub-

blicato su

Nature Chemistry

, intitolato “

A comprehensive overview of chemical-free consumer

products

22

che riporta due pagine assolutamente bianche.

Per contrastare la chemofobia, un possibile approccio sarebbe quello di evidenziare

tutto ciò che di positivo hanno portato la chimica e l’industria chimica nel nostro

mondo e nelle nostre case. Interessante l’approccio divulgativo promosso recente-

mente dalla

Società Chimica Italiana

(SCI) attraverso il suo blog

23

.

Un approccio sicuramente più efficace, i cui risultati si potranno percepire solo a lun-

go termine, è l’avvicinamento a questa disciplina già a partire dalla scuola primaria.

Un ruolo formativo delle discipline chimiche è stato magistralmente evidenziato da

Primo Levi, anche se molto lontano dalla percezione comune (si veda la citazione

d’apertura). Questo ruolo “formativo” attribuito allo studio della chimica è testimo-

niato da diverse figure carismatiche e rilevanti del nostro tempo. Hanno seguito

studi chimici Margareth Thatcher (che lavorò da chimica negli anni ’50 in una im-

portante ditta produttrice di gelato con il suo nome da nubile Margareth Roberts)

24

,

e Papa Francesco. Il Nobel per la Chimica nel 1986, Yuan-Tseh Lee, è stato primo

ministro della Repubblica Cinese di Taiwan; inoltre era un chimico di fama interna-

zionale il primo presidente dello stato di Israele, Chaim Weizmann.

È assolutamente necessario intraprendere una strada efficace per l’insegnamento

della chimica e per la comunicazione di questa scienza al grande pubblico. La chimi-

21

 a) Laszlo P. in

The Public Image of Chemistry

(eds Schummer, J., Bensaude-Vincent, B. & van

Tiggelen, B.), Ch. 12 (World Scientific, 2007);

b)

The two faces of chemistry in the developing world

,

C. N. R. Rao,

Nature Chemistry

, 2011, 3, 678; c)

Communicating chemistry for public engagement

, Mat-

thew R. Hartings and Declan Fahy,

Nature Chemistry

, 2011, 3, 678.

22

A comprehensive overview of chemical-free consumer products

, Alexander F. G. Goldberg and CJ

Chemjobber,

Nature Chemistry

, 2014, 6, 1 pubblicato con libero accesso sul blog

http://blogs

.

nature.com/thescepticalchymist/.

23

 http://ilblogdellasci.wordpress.com

.

24

The science of Ice Cream

, Chris Clarke, RSC Publishing, 2012, ISBN 978-1-84973-127-0.