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edises

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o un gruppo di persone che non si definiscono membri di quel gruppo. Si potrebbe

trattare, per esempio, dello sperimentatore in una ricerca di laboratorio o, più in

generale, di altri individui presenti nell’ambiente sociale. Lo studioso che ha posto in

rilievo la

relazione dell’individuo col gruppo

è

Allport

, che l’ha definito

il problema dei

problemi

della psicologia sociale, che studia i modi in cui i comportamenti, i pensieri

e i sentimenti delle persone vengono influenzati dalla presenza reale o immaginata

di altre persone o altri gruppi. Tale definizione può essere presa in esame anche

nell’ambito scolastico soffermando l’attenzione sui rapporti fra processo educativo e

lavoro di gruppo.

L’individuo nel gruppo acquista aspetti positivi come il

raggiungimento di un livello

di sicurezza superiore

, sia interpersonale, cioè legata ai rapporti con individui (i primi

sono i genitori), sia di gruppo o sociale, cioè derivante dalla capacità di sentirsi “par-

te” di un’entità superindividuale (il primo gruppo è la famiglia intesa come totalità).

C’è, inoltre, la

sicurezza etico-estetica

, quella legata a valori, concetti, principi (che è la

scoperta del bene e del bello senza incarnazioni).

L’apprendimento è facilitato dal

confronto costante

che la situazione di gruppo

consente. Il continuo paragone con gli altri favorisce la consapevolezza dei risultati

raggiunti dall’individuo, al di fuori del tradizionale schema valutativo dell’autorità.

L’allievo misura il livello del suo apprendimento, non attraverso il giudizio dell’in-

segnante, che spesso inibisce proprio in quanto proveniente dell’autorità, ma nel

confronto con gli altri allievi.

Quesito n. 1.8.63

Il

coding.

Il

coding

o

pensiero computazionale

rappresenta un importante traguardo di appren-

dimento nel primo ciclo di istruzione, come già indicato nei Traguardi delle Indi-

cazioni 2012 e rafforzato dalla Legge 107/2015, nell’ambito di attuazione del Piano

nazionale per la scuola digitale. Come chiarisce il documento “Indicazioni Nazionali

e nuovi scenari” (febbraio 2018), per pensiero computazionale si intende un proces-

so mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e

strumenti specifici e pianificando una strategia. Si tratta di un processo logico crea-

tivo che, più o meno consapevolmente, viene messo in atto nella vita quotidiana per

affrontare e risolvere problemi. L’educazione ad agire consapevolmente e le strategie

messe in atto consentono di apprendere ad affrontare le situazioni in modo analiti-

co, scomponendole nei vari aspetti che le caratterizzano e pianificando per ognuno

le soluzioni più idonee.

La Legge 107/2015 individua tra gli obiettivi formativi prioritari, nel comma 7 let-

tera h), lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo

al pensiero computazionale, all’utilizzo critico e consapevole dei

social network

e dei

media nonché alla produzione e ai legami con il mondo del lavoro.

L’introduzione del pensiero logico e computazionale deve, quindi, partire dalla

scuola primaria mediante l’acquisizione dei primi aspetti operativi delle tecnologie

informatiche in un contesto ludico e in modo semplice e divertente, ma creativo e

1.8

Metodologie e strategie di apprendimento

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