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Architettura e Ingegneria edile

a.a. 2007/2008

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www.

edises

.it

tuttavia in comune la componente neo-

platonica ed ermetica) al pathos espres-

sivo di Caravaggio, e neanch’essa po-

trà interessare il livello simbolico delle

sue intenzioni rappresentative. È solo,

la dottrina del Patrizi, un documento

dell’importanza e dell’attenzione che si

votava alla luce nella speculazione neo-

platonica del tempo. Tanto vale, allora,

rifarci ancora ai neo-platonici

Dialoghi

d’Amore

dove si attribuisce alla luce una

decisa preminenza anche formale ed

estetica nell’analisi della bellezza, conte-

stando le classiche proporzioni.

Risalendo tuttavia all’indietro, la tesi

neo-platonica della luce come “sostan-

za”, essenza delle cose corporee e «cor-

po incorporeo» rimanda alla matrice

agostiniana, che è quella, credo, real-

mente operante in presa diretta sull’im-

maginazione luministica del Caravaggio.

In sant’Agostino, la valutazione della

luce come sostanza è inestricabilmen-

te connessa alla luce come metafora e

al suo significato morale di estrazione

gnostica: la luce è attributo di Dio e

come tale è anche principio di bene,

oltre che “lume” ovvero guida, illumi-

nazione: assunto centrale nel pensie-

ro di Agostino è l’assoluta dipendenza

dell’intelletto umano da Dio in quanto

luce di verità.

Per san Tommaso, vanto della mente

umana sarà il «lume naturale», che

rende capace l’uomo di conoscere, ben

distinto dal

lumen gloriae

e dal

lumen gra-

tiae

: premessa questa, in qualche modo,

del razionalismo umanistico. Invece per

sant’Agostino la conoscenza è pura «vi-

sione di Dio», perpetua illuminazione:

questa posizione era evidentemente più

consona al clima dogmatico della Con-

troriforma. La luce della conoscenza e la

luce della grazia sono tutt’uno, dono che

scende dall’alto. Se allora un significato

simbolico nella luce di Caravaggio sus-

siste, questo va ricercato in qualcosa di

più basico ed elementarmente religio-

so, nella vecchia simbologia gnostica

(ma anche alchemica, secondo il mo-

dello del

Genesi

) del male come tenebra,

e nella sua contrapposizione al bene,

come la morte si contrappone alla vita.

Nella pittura del Caravaggio, la luce:

A. è una eredità delle tecniche pittori-

che precedenti

B. serve solo a creare uno sfondo

C. ha solo un significato simbolico

D. ha due significati distinti ma correlati

E. ha solo un significato stilistico

16) La visione del Caravaggio è influen-

zata da: (vedi domanda n. 15)

A. la nuova cosmologia copernicana

B. le idee estetiche del razionalismo

C. la filosofia della tarda scolastica

D. la concezione tolemaica del mondo

E. fattori esclusivamente tecnici

17) Nella teoria di sant’Agostino la luce:

(vedi domanda n. 15)

A. deriva dalla creazione del sole

B. non ha alcun significato mistico

C. è solo un fenomeno naturale

D. è simbolo del lumen naturale

E. è principio della conoscenza e della

grazia

18) I fondali del Caravaggio: (vedi do-

manda n. 15)

A. rivelano una certa fretta compositiva

B. creano uno spazio d’ombra

C. mettono in rilievo i primi piani

D. sono ricchi di molteplici colori

E. stabiliscono una razionale prospettiva

19) Nel luminismo caravaggesco il con-

trasto luce/ombra: (vedi domanda n. 15)