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è maggiore di 2

o

4 è minore o uguale a 2”. Di quest’ultima proposizio-

ne si può stabilire la verità: essa è vera.

6.2. La negazione “non”

La negazione “non” viene indicata con un trattino sopra la lettera

che indica la proposizione; pertanto, considerata la proposizione

A

, la

proposizione “non

A

” sarà indicata con .

Per il connettivo “non” vale la seguente regola:

se la proposizione

A

è vera, allora la proposizione è falsa;

se la proposizione

A

è falsa, allora la proposizione è vera.

Per descrivere schematicamente la regola appena esposta si usa la

tabella di verità

(Tabella 6-1). In essa vengono riportate le due alter-

native relative alla proposizione

A

(se essa è vera oppure è falsa) ed i

corrispondenti valori di verità della proposizione .

Tabella 6-1

Esempi

1) Sia

A

= “La retta ha infiniti punti”. Tale proposizione è

vera. La sua negazione ( ) è una proposizione falsa: = “La retta non

ha infiniti punti”.

2) Sia

B

= “100 è divisibile per 3”. Tale proposizione è falsa. La sua

negazione ( ) è una proposizione vera: = “100 non è divisibile per 3”.

3) Si consideri la proposizione

C

= “Mario frequenta le scuole ele-

mentari” e si supponga che tale proposizione sia falsa. La negazione di

C

può essere formulata nel modo seguente: =“Mario non frequenta le

scuole elementari”; si sa inoltre che tale proposizione è vera. Si ponga

attenzione al fatto che la negazione di

C

non può essere, ad esempio, la

frase “Mario frequenta le scuole medie”, in quanto questa proposizione

C

B

A

A

A

A–

V F

F V

A

A

A

A

La negazione “non”

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