Previous Page  35 / 38 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 35 / 38 Next Page
Page Background

www.

edises

.it

Capitolo 1

L’assistenza infermieristica

9

Per inquadrare il primo profilo si deve pensare a una gestione delle dinamiche as-

sistenziali condotta in maniera da consentire una collaborazione continua fra diver-

se professionalità, per mettere in atto un’attività di programmazione, integrazione e

coordinamento.

L’

infermiere

case manager

, quindi, provvede direttamente alle cure, guida l’assi-

stenza determinando gli obiettivi con il gruppo multidisciplinare, coordina l’attività nel

periodo di degenza dal ricovero alla dimissione e programma anche i controlli di

follow-

up

che il soggetto eseguirà successivamente; inoltre, educa l’équipe dei collaboratori, ma

soprattutto i

caregiver

che si prenderanno cura del paziente.

La formazione richiesta per poter essere in grado di gestire con competenza e abilità

questo ruolo è una formazione avanzata che porta ad approfondire le conoscenze di tipo

assistenziale, a sviluppare le capacità legate alle dinamiche organizzative e a implemen-

tare le conoscenze riguardanti le risorse comunitarie.

L’i

nfermiere di famiglia

, invece, è un professionista in grado di integrare teoria

e pratica per aiutare gli individui e le loro famiglie ad adattarsi a situazioni di salute

critiche all’interno delle loro abituali dimore. Ciò significa che si sta parlando di un

infermiere capace di svolgere attività educativa, competente a effettuare una diagnosi

precoce, preparato a individuare le strutture più adatte, i servizi più confacenti alle

necessità della persona o dei suoi familiari, in grado di farsi carico dell’assistenza domi-

ciliare, permettendo una dimissione precoce dalla struttura ospedaliera.

L’infermiere di famiglia diviene l’anello di congiunzione fra il malato, la sua famiglia

e il mondo esterno, con i quali stabilisce una relazione di partnership entro cui poter

intervenire e lavorare in collegamento con le svariate tipologie di offerta sanitaria.

Il

counseling

infermieristico

, infine, è una forma di relazione di aiuto che richiede

al professionista dimestichezza nell’uso di tecniche del colloquio. La

relazione di aiuto

assume un’importanza basilare, perché consente al paziente di affrontare consapevol-

mente e volutamente la propria patologia, ma soprattutto gli permette di compiere au-

tonomamente una scelta.

Il processo interattivo, promosso dall’infermiere per aiutare la persona che gli sta di

fronte a individuare le difficoltà e a identificare le risorse possedute, ha come suoi ele-

menti costitutivi la capacità di ascolto, la capacità di sostenere la relazione e la capacità

di facilitare il cambiamento.

Le competenze relazionali e comunicative di cui l’infermiere deve disporre hanno la

finalità di orientare, sostenere e guidare l’ammalato attraverso un percorso in cui non

trovano spazio il desiderio di rendersi utili o l’improvvisazione, né tanto meno il pres-

sappochismo o lo spontaneismo. La relazione di aiuto deve porsi come obiettivo quello

di “

promuovere nell’altro la crescita

” e di “

favorire

una valorizzazione maggiore delle risorse

personali del soggetto

”.

Impegnarsi in un’interazione che sottenda alla relazione di aiuto significa avere

chiara la consapevolezza di non voler fornire facili soluzioni né risposte consolatorie, di

non voler interpretare né offrire consigli, di non voler investigare fra le motivazioni del

soggetto né valutare le sue azioni.