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Parte Prima

La professione infermieristica

www.

edises

.it

professionale e fornire una traccia di riflessione per il quotidiano confronto tra i professionisti e

i ritardi della cultura e delle strutture in cui operano

.

L’infermiere non era più l’operatore

sanitario dotato di un diploma abilitante, ma “

il professionista sanitario responsabile dall’as-

sistenza infermieristica

”.

Nel 2001 il diploma universitario si trasformò in

laurea triennale

. Con decreto del

Ministro dell’Università e della Ricerca il 2 aprile 2001 vennero definite le competenze

dei laureati specialisti. Nel 2003, dopo l’approvazione da parte della Conferenza Stato-

Regioni, dell’accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome

nel determinare il fabbisogno delle professioni sanitarie, anche il MIUR si pronuncia

positivamente sull’attivazione delle Lauree Specialistiche.

Bisogna aspettare il 2004 per la definizione delle prove di ammissione alla laurea

specialistica per le professioni sanitarie. Il Ministero dell’Università, recependo le indi-

cazioni del Ministero della Salute, assegna alla classe SNT-SPE/1 (Scienze infermieri-

stiche e ostetriche) i posti compessivi che partiranno in 15 Università italiane.

Il contestuale D.M. del 22 ottobre 2004 n. 270, che riforma gli ordinamenti didattici

universitari, non interviene sui percorsi formativi delle classi che attengono alle pro-

fessioni sanitarie, ma ne modifica la denominazione da corso di Laurea Specialistica in

corso di Laurea Magistrale.

Attualmente, per esercitare la professione infermieristica, è necessario conseguire

la laurea ed essere iscritti all’albo professionale. L’infermiere iscritto all’albo può anche

esercitare l’attività come libero professionista.

Nel febbraio 2009, nell’ambito del XV Congresso della Federazione Nazionale

Collegi IP.AS.VI., è stato presentato il nuovo

Codice deontologico degli Infermieri

italiani

, che “

fissa le norme dell’agire professionale e definisce i principi guida che strutturano

il sistema etico in cui si svolge la relazione con la persona/assistito

”. L’infermiere resta il “pro-

fessionista sanitario” cui è affidata, in collaborazione con un’équipe multidisciplinare, la

responsabilità di prestare alle

persone

, alle

famiglie

e all’

intera

collettività

quell’assi-

stenza altamente qualificata – denominata “infermieristica” – che si realizza attraverso

interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scienti-

fica, gestionale, relazionale ed educativa.

Nel rispetto di norme legislative, etiche e deontologiche che ne sanciscono gli obbli-

ghi e le responsabilità, l’infermiere contribuisce “professionalmente” a rendere effettiva

la tutela garantita dall’

art. 32 della Costituzione

, riconoscendo la salute come bene

individuale e interesse collettivo e impegnandosi a salvaguardarla con attività di pre-

venzione, cura, riabilitazione e palliazione. Il suo campo di competenza è rappresentato

dal complesso delle attività rivolte

1

:

>

a rilevare i bisogni di salute della comunità e valutare il livello di soddisfazione dei

bisogni fondamentali, nonché le risorse della persona, della famiglia e dell’ambiente,

che possano consentire loro di rispondere autonomamente a tali bisogni;

>

a realizzare gli interventi, pianificati e valutati, per sostituire o supportare la persona,

la famiglia e la comunità nella soddisfazione dei bisogni nel caso in cui la risposta sia

carente, eccessiva o inadeguata.

1

P

ROIETTI

M.G.

,

Il ruolo della professione infermieristica nell’evoluzione della domanda di salute

, Lazio

Sanità - Agenzia di Sanità Pubblica.