Capitolo 36 |
Paraparesi spastiche ereditarie
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Diagnosi differenziale delle PSE
Sebbene siano 48 le forme di PSE elencate sino
ad oggi nel database HUGO (
Gene Nomenclatu-
re Committee HGNC
), l’eterogeneità clinica delle
sindromi con paraparesi spastica eccede questo
numero. Dal momento che il fenotipo di molte ma-
lattie neurodegenerative, non solo nelle PSE, può
presentare grande variabilità, c’è una considerevole
“sovrapposizione” clinica tra le paraparesi spasti-
che ereditarie ed altre malattie neurodegenerative.
Se è presente l’atassia, le forme spinocerebellari
devono essere considerate nella diagnosi differen-
ziale. L’atassia di Friedreich può manifestarsi con
paraparesi spastica ad esordio adulto, spesso con
una combinazione di atassia della marcia seconda-
ria alla compromissione delle colonne posteriori.
La sindrome atasso-spastica autosomica recessiva
tipo Charlevoix-Saguenay (ARSACS) è probabil-
mente il sottotipo più comune ed è caratterizzata
da sindrome atasso-spastica ad esordio infantile
e neuropatia periferica che si associa ad atrofia
del verme cerebellare e ad ipointensità lineare nel
ponte alla RM del cranio. Se sono precocemente
presenti una disartria pseudo-bulbare e la disfagia
o un coinvolgimento degli arti superiori nel cor-
so della malattia, altre patologie del motoneurone,
quali la sclerosi laterale amiotrofica o la sclerosi
laterale primaria, devono essere considerate. Se è
affetto il nervo periferico, le neuropatie ereditarie
devono essere prese in considerazione. Disordini
lisosomali e perossisomali devono essere atten-
tamente valutati, dal momento che alcuni di essi
possono presentarsi in età adulta con una RM non
significativa ai fini della diagnosi.
Le patologie più importanti con le quali è pertanto
necessario effettuare un’attenta diagnosi differen-
ziale sono: 1) i disordini strutturali cerebrali e del
midollo (es. compressione midollare per spondi-
losi degenerativa o neoplasia, malformazioni arte-
ro-venose midollari); 2) alterazioni della sostanza
bianca del SNC (deficit di vitamina B
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, sclerosi
multipla, adrenomieloneuropatia); 3) malattie in-
fettive (paraplegia spastica tropicale da infezione
da HTLV1 e pachimeningite da sifilide terziaria);
4) altri disordini neurologici degenerativi carat-
terizzati da atassia secondaria ad espansione di
triplette ripetute (atassia di Friedreich, malattia
di Machado-Joseph, atrofia dentato-rubro-palli-
do-luisiana, atassia spinocerebellare di tipo 1, 2 e
soprattutto 7); 5) disordini da tossine ambientali
(latirismo e neuropatia indotta da organofosfati).
È importante considerare anche la possibilità di
trovarsi di fronte ad una distonia dopa-responsiva,
soprattutto se si sta valutando un disturbo della de-
ambulazione esordito in età giovanile.
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Terapia
La terapia delle PSE è una terapia sintomatica,
limitata all’uso di farmaci che possono interferi-
re con la spasticità muscolare, quali il dantrolene
sodico (Lioresal per via orale o intratecale) o la
tizanidina in associazione ad una specifica tera-
pia fisica (esercizi di stretching); si può interferire
con l’urgenza minzionale somministrando farmaci
quali l’ossibutinina. I soggetti affetti da PSE riferi-
scono di trovare un beneficio importante effettuan-
do esercizi di stretching per circa 10 minuti due
volte al giorno e quotidiani esercizi fisici volti a
migliorare il sollevamento delle gambe e la con-
dizione cardiovascolare. Supporti ortopedici per le
caviglie sono spesso utilizzati per ridurre il “trasci-
namento” dei piedi. Una intensa e costante attività
fisioterapica è consigliata in tutti i pazienti affetti
da PSE.
Letture consigliate
Arnoldi A., Tonelli A., Crippa F., Villani G., Pacelli
C., Sironi M., Pozzoli U., D’Angelo M.G., Meola
G., Martinuzzi A., Crimella C., Redaelli F., Panze-
ri C., Renieri A., Comi G.P., Turconi A.C., Bresolin
N., Bassi M.T. A clinical, genetic, and biochemical
characterization of SPG7 mutations in a large cohort
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