

Parte III - Simulazioni d’esame
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lia, dove il giornale con la diffusione media più elevata (il Corriere della Sera)
si fermava a marzo a una media di circa 360 mila copie.
Eppure l’andamento calante preoccupa molto gli editori tedeschi. Springer
reagisce puntando sui contenuti digitali e sull’innovazione. Con scelte che
appaiono impensabili in altri paesi: nel settembre del 2012 il direttore della
Bild, Kai Diekmann, ha lasciato temporaneamente la sua scrivania e si è tra-
sferito per nove mesi nella Silicon Valley insieme al responsabile marketing e
al numero uno del settore digitale di Springer. Obiettivo: incontrare “startup-
per” e investitori per individuare possibili modelli per il futuro del giornalismo.
Il primo risultato del viaggio è arrivato nelle scorse settimane: Springer ha
investito nel magazine digitale statunitense Ozy.
L’editore ha poi acquistato la tv all-news N24 e punta ad accorparla alla Welt,
per dar vita al gruppo multimediale più importante nel giornalismo tedesco
di qualità; inoltre ha dato vita a una nuova web tv sperimentale
(www.zuio.
tv), lanciato un nuovo magazine per iPad per sperimentare sul fronte della
narrativa digitale e una “app” di news “per la generazione digitale”, che in
realtà sembra ben distante dal principio della qualità celebrato da Döpfner.
Per i siti di Bild e Welt è stato già introdotto l’anno scorso un accesso a
pagamento flessibile. Risultato: lettori paganti per Bild e 47 mila per la Welt
nei primi sei mesi. A Tubinga Döpfner spiega questa mossa così: “Il nemico
del giornalismo non è la scomparsa della carta, il nemico del giornalismo è la
cultura del gratuito”. Una buona storia resta una buona storia, indipendente-
mente che esca su carta o in digitale, si dice convinto il manager al termine
della sua lezione. Ma, malgrado le sperimentazioni e i viaggi negli Stati Uniti,
il suo gruppo oggi non guadagna tanto con le buone storie, quanto piuttosto
con gli annunci immobiliari e di lavoro.
[Tratto e adattato da Alessandro Alviani,
Dove va il gruppo Springer,
la frontiera digitale del giornalismo
, «Il Reportage», 1 giugno 2014]
Dopo aver letto il testo, risponda alle seguenti domande.
51) Secondo quanto riportato nell’articolo, nella lezione tenuta a
Tubinga, Mathias Döpfner afferma tra l’altro che:
A.
il giornalismo deve continuare a puntare molto sull’editoria tradi-
zionale cartacea
B.
il giornale digitale deve sapersi proporre come modello vincente
anche in termini economici
C.
la carta stampata parla troppo di se stessa, e bisognerebbe emanci-
parsi da questa autoreferenzialità
D.
i costi della carta sono in parte responsabili della crisi delle vendite
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