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Prova ufficiale a.a. 2014

D.

Storia delle guerre civili d’Italia

48) L’opera di Cesare Beccaria

Dei Delitti e delle pene

è:

A.

uno dei primi esempi di romanzo storico basato su documenti ori-

ginali

B.

un trattato in forma di dialogo sulla pena di morte

C.

uno dei più importanti saggi dell’Illuminismo giuridico italiano

D.

una ricerca storica sull’uso della tortura in Italia

49) La proclamazione della repubblica da parte di Mustafa Kemal,

detto Atatürk, risale al:

A.

1922

B.

1958

C.

1908

D.

1941

50) In quale anno Ben Gurion proclama la nascita dello stato d’I-

sraele?

A.

1968

B.

1956

C.

1948

D.

1938

L’Italia non è un Paese per donne

I dati diffusi dall’Istat confermano che l’Italia non è un Paese per donne. Le

culle restano vuote, le più vuote d’Europa. E la partecipazione al mercato del

lavoro non decolla: meno di una donna su due ha un impiego. Con un tasso

di occupazione femminile del 46,6 per cento siamo il penultimo Paese del

Continente, davanti soltanto a Malta.

Come ci ha rimproverato qualche settimana fa il direttore del Fondo monetario

internazionale Christine Lagarde, siamo «uno dei Paesi che incoraggiano di

meno la partecipazione delle donne al lavoro». Una donna su due, dopo il primo

figlio, alza bandiera bianca e lascia la fabbrica o l’ufficio.

È questa una scommessa persa non solo per le donne — perché tutte le volte

che leggiamo una statistica sul fatto che non facciamo più figli ci giriamo a

guardare solo dalla parte delle donne? — ma per tutto il Paese. Si calcola,

infatti, che se ci allineassimo agli standard europei, il nostro Pil aumentereb-

be di sei o sette punti percentuali. E forse anche le nostre culle resterebbero

meno vuote. Perché non è più vero che ci sia un nesso negativo fra tasso di

fecondità e tasso di impiego.