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242

Scienze e tecnologie chimiche 

000

www.

edises

.it

ai livelli di energia delle specifiche molecole o atomi. Sebbene nella spettrosco-

pia queste proprietà di massa siano interessanti, noi limiteremo la nostra di-

scussione a quelle interazioni che coinvolgono transizioni tra i livelli energetici.

Le transizioni che osserveremo dipendono fortemente dall’energia della radia-

zione usata e dal modo con il quale vengono rivelate.

Lo spettro elettromagnetico copre un intervallo enorme di energie (fre-

quenze) e quindi di lunghezze d’onda. Le frequenze utili vanno da > 10

19

Hz

(raggi

g

) a 10

3

Hz (onde radio). Per esempio, un fotone di raggi X (

n

<

3

¥

10

18

Hz,

l

<

10

–10

m) è circa 10000 volte più energetico di uno emesso da una nor-

male lampada (

n

<

3

¥

10

14

Hz,

l

<

10

–6

m) e 10

15

volte rispetto ad uno a ra-

diofrequenza (

n

<

3

¥

10

3

Hz,

l

<

10

5

m).

Si noti che la porzione del visibile, alla quale il nostro occhio è sensibile, è

solo una piccola porzione dell’intero spettro. I vari tipi di radiazioni, come i

raggi gamma (

g

) o le onde radio, differiscono dalla luce visibile solo per l’ener-

gia (frequenza) dei loro fotoni.

Gli spettroscopisti usano le interazioni della radiazione con la materia per

ottenere informazioni sui campioni. Diversi elementi chimici sono stati scoper-

ti mediante spettroscopia. Solitamente, il campione viene stimolato mediante

l’uso di energia sotto forma di calore, di energia elettrica, di luce, di particelle

o di reazione chimica. Prima della stimolazione, l’analita si trova prevalente-

mente nel suo livello di energia più basso o

stato fondamentale

. L’applicazione

dello stimolo fa sì che alcune specie dell’analita passino ad uno stato energeti-

co più alto o

stato eccitato

. Possiamo acquisire informazioni sull’analita misu-

rando la radiazione elettromagnetica emessa per ritornare allo stato fonda-

mentale o misurando la quantità di radiazione elettromagnetica assorbita co-

me risultato dell’eccitazione.

Nei processi coinvolti nella spettroscopia di emissione e nella spettroscopia

di chemiluminescenza, l’analita viene stimolato mediante calore, energia elet-

trica o mediante una reazione chimica. Normalmente, la

spettroscopia di emis-

sione

comprende i metodi nei quali lo stimolo è costituito dal calore o dall’e-

nergia elettrica mentre nella

spettroscopia di chemiluminescenza

l’eccitazione

dell’analita avviene mediante una reazione chimica. In entrambi i casi, la misu-

ra dell’intensità di radiazione elettromagnetica emessa quando l’analita ritorna

nello stato fondamentale può fornire informazioni sulla sua identità e concen-

trazione. I risultati di tale misura vengono spesso espressi graficamente me-

diante uno

spettro

che è un diagramma della radiazione emessa in funzione

della frequenza o della lunghezza d’onda.

Quando il campione viene stimolato mediante l’applicazione di un campo

elettromagnetico esterno, possono avvenire diversi processi. Per esempio, la

radiazione può essere diffusa o riflessa. Quello che a noi interessa è che una

parte della radiazione incidente possa essere assorbita in modo da eccitare al-

cune delle specie dell’analita. Nella

spettroscopia di assorbimento

, si misura la

quantità di luce assorbita in funzione della lunghezza d’onda. Essa può fornirci

informazioni sul campione sia qualitative che quantitative. Nella

spettroscopia

di fotoluminescenza

, viene misurata l’emissione dei fotoni a seguito dell’assor-