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VIII
Finalità e struttura dell’opera
Il manuale è suddiviso in due macro-aree:
>
inclusività, interculturalità, riconoscimento e valorizzazione delle differenze;
>
insegnamento dell’italiano
lingua non materna L2: modalità, strategie, model-
li operativi.
Ai temi dell’interculturalità e dell’inclusività è dedicata la prima parte. L’obietti-
vo cui la società e la scuola devono tendere è l’
orizzonte interculturale
, ossia
una cultura condivisa, che nasca dal confronto e dall’innesto reciproco, capace
di generare a lungo termine una nuova
forma mentis
, di superare ogni forma di
etnocentrismo, libera dai pregiudizi, dialogica, aperta all’ascolto e all’incontro.
In tale prospettiva, la scuola deve favorire il dialogo capace di produrre cambia-
menti significativi nelle identità degli individui appartenenti a culture differenti
e di generare una nuova identità comune costruita con il contributo delle cultu-
re originarie.
La scuola ha un ruolo cruciale nella realizzazione di questo obiettivo, essendo il
luogo fisico e mentale di incontro e di scambio in cui avvengono forme impor-
tanti di mediazione culturale e in cui il lavoro sui pregiudizi, sul decentramento
culturale e sulla relazione può porre le basi per la costruzione dell’anti-etnocen-
trismo.
In tale contesto, il compito dei docenti, adeguatamente formati, deve essere la
trasmissione di una cultura che aiuti gli individui a vivere nella società contem-
poranea complessa e interculturale, una cultura fondata su una cittadinanza
attiva salda ma fluida e plurale, su una conoscenza ricca e aperta e sulla coscien-
za di un’appartenenza globale.
La creazione di spazi interculturali nelle scuole non è solo una questione di tol-
leranza che punta al superamento dell’etnocentrismo, ma è una necessità volta
all’apertura mentale indispensabile per la formazione delle future generazioni e
per la costruzione dell’
identità degli studenti stranieri
. In tale nuova visione
sociale interculturale e inclusiva, un’attenzione particolare deve essere rivolta
alla rimozione degli ostacoli all’integrazione, primo tra tutti la
padronanza del-
la lingua italiana come ricezione e
come produzione
.
La Direttiva del 27/12/2012, “
Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educa-
tivi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica
”, assimila infat-
ti la difficoltà linguistica alla disciplina dei Bisogni Educativi Speciali effettuan-
do un passo culturalmente decisivo per l’assunzione di una visione
autenticamente inclusiva, che integri in un unico criterio e in unico diritto all’ap-
prendimento e all’autorealizzazione personale tutte le situazioni di difficoltà.
Nell’ambito delle condizioni di
deprivazione socio-ambientale
nella quale rien-
trano tutti gli alunni cosiddetti “vulnerabili”, i cui strumenti linguistici, culturali
e comportamentali non consentono di raggiungere con successo i traguardi di
apprendimento previsti dalla scuola, è infatti esplicitamente compresa la
non
conoscenza della lingua e della cultura italiana
da parte di alunni apparte-
nenti a culture diverse, ovvero di studenti di lingua madre diversa dall’italiano.
In tale contesto, l’obiettivo dell’inclusione non può prescindere dall’apprendi-
mento della lingua in una dimensione plurilingue e interculturale.