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Unità di Apprendimento 2

Le

Þ

gure femminili nell’

epos

omerico

439

www.

edises

.it

ritorno, che prevede anche il passaggio attraverso l’Ade (vv. 483-495), rappre-

sentano il cammino di iniziazione cui Circe sottopone Odisseo; interessante a

tal proposito la lettura del commento critico sui riti di passaggio di Arnold Van

Gennep

8

.

Oltre all’elemento magico, Omero si sofferma anche realisticamente sulle oc-

cupazioni femminili e domestiche di Circe.

All’arrivo dei compagni di Odisseo, Circe è descritta mentre è intenta alla tes-

situra, all’interno delle mura domestiche, circondata dalle ancelle, accompa-

gnandosi con il canto (vv. 221-228: «e Circe dentro cantare con bella voce senti-

vano / tela tessendo grande e immortale, come sono i lavori delle dee […]; qui

dentro una che tesse gran tela soave canta, […] o donna o dea»).

Nel momento in cui Odisseo accetta l’invito a letto di Circe, ancora una volta

viene descritto l’interno domestico, con la maga attorniata dalle ancelle (vv.

348-359: «Le ancelle, intanto, in sala si affaccendavano, le quattro ancelle che

in casa le stanno […]. La prima gettava sui troni bei drappi […] la seconda da-

vanti ai seggi tirava le mense […] la terza nel cratere il vino, profumo di miele,

versava […] la quarta l’acqua portava e il fuoco accendeva»).

In un’ottica diacronica si può procedere a un cenno ai testi letterari latini in

cui viene ripresa l’avventura di Circe e Odisseo, vale a dire l’

Eneide

virgiliana

(VII, 10-24) e le

Metamorfosi

di Ovidio (XIV). Ciò al €ne di far cogliere agli stu-

denti la ricorrenza nella tradizione letteraria degli stessi miti, che assumono va-

lenza differente in relazione alla sensibilità del poeta e all’epoca che li esprime.

Calipso

Il primo riferimento alla ninfa si ha nel

libro I

dell’

Odissea

(vv. 11-62). Il libro si

apre, infatti, con un #ash-back sul destino degli eroi della guerra di Troia, che

sono tutti rientrati in patria e a loro viene contrapposto Odisseo, trattenuto ad

Ogigia da Calipso (vv. 11-15: «Allora tutti gli altri, quanti evitarono l’abisso di

morte, erano a casa, scampati dalla guerra e dal mare; lui solo, che sospirava il

ritorno e la sposa, la veneranda ninfa Calipso, la splendida dea, tratteneva negli

antri profondi, volendo che le fosse marito).

In questi versi vengono subito evidenziati gli atteggiamenti opposti dei due per-

sonaggi: Calipso, dea malinconica e innamorata, vuol trattenere a sé l’eroe (vv.

56-57: «con tenere, maliose parole lo incanta, perché scordi Itaca»), viceversa

Ulisse ha nostalgia di casa (v. 13: «che sospirava il ritorno e la sposa»; vv. 58-59:

«nel desiderio di scorgere sia pur solo il fumo, che balza dalla sua terra») e

ri€uterà il dono dell’immortalità offertogli dalla dea.

La dimora di Calipso si trova agli estremi con€ni occidentali, presso le Colonne

d’Ercole (v. 50: «nell’isola in mezzo all’onde, dov’è l’ombelico del mare»; v. 53

«regge le grandi colonne»). Ciò avvalora il mitologema del viaggio di Ulisse

come viaggio

oltre la morte

: anche se è probabile il debito di Omero nei confron-

8

A. Van Gennep,

I riti di passaggio

, 1909, citato in G. Guidorizzi,

Il mondo letterario greco

, vol.

I, Einaudi scuola, Torino, 2008, pp. 444-445.