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Parte Terza

Esempi di Unità di Apprendimento

www.

edises

.it

pria fedeltà a Odisseo. È inoltre garante del patrimonio lasciatole dal marito (il

poema epico si rivela in ciò il ri#esso degli usi di un’epoca, in particolare della

consuetudine che prevedeva che, secondo i vincoli del contratto matrimoniale,

la sposa rimanesse proprietaria del patrimonio, anche in assenza del coniuge,

€nché non abbandonava l’

o

ko~

per tornare alla casa del padre) e della concor-

dia familiare che si ristabilirà col rientro di Odisseo a Itaca.

Nel

libro XI

, vv. 435-446, la saggezza di Penelope è sottolineata da Ulisse e Aga-

mennone, a colloquio nell’Ade, in contrapposizione con la scelleratezza delle

cugine Elena e Clitemnestra (vv. 438-439: «per Elena quanti perimmo! E a te

Clitemnestra ordì inganno mentr’eri lontano»). Entrambe infatti hanno agito

per distruggere l’

o

ko~

: Elena tradendo Menelao, Clitemnestra uccidendo il

marito Agamennone. Viceversa Penelope sarà fedele allo sposo (vv. 444-445:

«Pure, Odisseo, morte a te non verrà dalla tua sposa: troppo è saggia e €di

pensieri sa in cuore»).

Nel

libro XIX

, vv. 123-163, durante il colloquio tra Penelope e il mendico (in re-

altà Odisseo) giunto a Itaca, la donna mette in risalto la sua astuzia nel tessere

la tela per ritardare le nuove nozze (v. 137: «e io €lo inganni»; vv. 157-158: «non

trovo altro imbroglio»).

L’analisi testuale, €n qui condotta, può essere arricchita dalla

lettura di pagine

critiche

, utili peraltro ad abituare gli allievi allo studio dei testi antichi anche

alla luce del commento letterario, introducendo così il concetto di critica lette-

raria. Interessante a questo proposito il riferimento al commento di Dario Del

Corno, che nota la “complementarità”, che non è “opposizione”, di Penelope

rispetto ad Ulisse: la donna, infatti, «rappresenta il polo statico verso cui tende

la dinamica dell’azione di Odisseo […] partecipa della sua astuzia», rappre-

senta l’approdo di Ulisse dopo aver sperimentato l’amore di altre donne, «che

hanno la funzione di ritardare […] il suo ricongiungimento alla sposa»

2

.

Altro interessante commento critico è quello che vede rivivere in Penelope,

come in altre €gure femminili descritte nell’

Odissea

, «l’antico mondo medi-

terraneo delle Dee Madri»

3

,

mitologema adattato ad una nuova realtà stori-

co-culturale nella quale non è più prevista la morte del

paredro.

Il riconosci-

mento è, infatti, ritardato, non solo per un’esigenza narrativa di «tensione

drammatica»

4

, ma perché Penelope abbia il tempo di

riaccettare

lo sposo. La

stessa sua condizione di dominatrice a Itaca ribadisce il suo ruolo archetipico

di

Pov

tnia

(cfr. libro XXI, vv. 2-3 e vv. 73-74 dove Penelope indice la gara per lo

sposo «ebbene, pretendenti, vi si presenta una gara; v’offrirò il grande arco del

divino Odisseo»; vv. 63-64 e 68 alla sua apparizione, i proci tacciono: «Come tra

i pretendenti fu la donna bellissima, si fermò ritta accanto […] Sentite me, pre-

tendenti alteri». Nella terra di Penelope, Itaca, per€no Odisseo entra furtiva-

mente, camuffato da mendicante e non nelle vesti di re). È signi€cativa dunque

2

D. Del Corno,

Letteratura greca

, vol. I, Principato, 1995, pp. 54-55.

3

M. Casertano, G. Nuzzo,

Storia e testi della letteratura greca

, vol. I, Palumbo, Palermo, 2003,

p. 178.

4

Ivi, p. 162.