

Punto 1
Mediazione metodologica-didattica
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di complesso di inferiorità, si sente incompreso e vive continue situazio-
ni di difficoltà. L’insegnante che scambia il proprio ruolo con quello
dello psicologo si lancia in interpretazioni di atteggiamenti e compor-
tamenti di alunni e colleghi, facendo diagnosi di personalità che sono
dovute a razionalizzazioni difensive e ad atteggiamenti onnipotenti.
Quesito n. 1.5
Il candidato analizzi l’importanza dell’aspetto riflessivo nell’interazio-
ne docente-allievo come momento essenziale nell’attuazione di una
relazione positiva.
L’obiettivo principale della relazione educativa non è solo quello della
mediazione didattica, cioè del trasferimento di conoscenze e competen-
ze dall’insegnante all’allievo, ma anche quello di instaurare un rapporto
positivo tra docente e discente. Perché ciò avvenga, l’insegnante deve
essere in grado di affrontare le difficoltà che incontra nei momenti di
interazione con gli individui e con i gruppi. Presupposto imprescindi-
bile per una relazione empatica e costruttiva è l’attivazione della parte
emozionale: è fondamentale, dunque, che il docente sia una persona ri-
flessiva, profonda, capace di mettersi in discussione e di ammettere i pro-
pri errori quando oggettivamente sbaglia. Non è da tutti sapersi porre
in un simile atteggiamento, ma un buon insegnante educa se stesso alla
comprensione degli alunni, superando l’univocità delle proprie vedute e
aprendosi alle “verità dell’altro”. Se l’insegnante si appropria di un atteg-
giamento di riflessione, entra nella consapevolezza che può cambiare le
emozioni in gioco nella sua relazione con la classe, mediante un’adegua-
ta autostima e una posizione empatica, che si accompagnano alla neces-
saria professionalità. Grazie alla riflessione, il docente capisce a fondo le
paure emotive dell’allievo, come il senso d’impotenza, di inadeguatezza,
di inferiorità. Insegnando a riflettere sulle proprie esperienze, a tollerare
errori e dolori, a ricominciare con fiducia e sicurezza, egli potrà ottenere
significativi miglioramenti della sfera emotiva e psichica del discente. Il
compito affettivo che gli è proprio richiama da vicino la funzione genito-
riale: egli non può fomentare le ansie, ma deve contenere gli eccessi di
tensione, generare tranquillità nei momenti di angoscia.
Anche nel processo di apprendimento, deve sostenere le idee dell’a-
lunno, aiutarlo a organizzare il materiale appreso, ascoltare le sue
osservazioni. Il momento riflessivo è, dunque, essenziale per permet-
tere all’insegnante di riconoscere i propri limiti, cercare di superarli e
di migliorarsi a livello umano, ponendo così le basi per un confronto
autentico con la classe.