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732

Parte Quinta

La critica letteraria

La critica da interpretativa diviene essenzialmente valutativa: individua nel testo,

come valori, i segni dell’evoluzione storica e della capacità di rappresentare il conte-

sto etico-culturale.

49.3

 La scuola storica positivistica

Lo storicismo romantico e idealistico trova poi un momento di sviluppo decisivo per

la critica novecentesca italiana nell’estetica e nella critica di

Benedetto Croce

, che

prende il nome di “storicismo assoluto” e di “critica estetica”. Tuttavia, per meglio

comprendere la teoria e il metodo crociani bisogna tenere presente che alcune sue

enunciazioni si spiegano in rapporto con la precedente critica positivistica, la cosid-

detta “scuola storica”, che mirava all’analisi di fatti oggettivi mettendo in secondo

piano l’interpretazione soggettiva dei testi. Tale scuola, infatti, si preoccupava di rac-

cogliere e descrivere documenti relativi alla biografia degli autori o alla composizione

materiale dei testi, alle fonti, alla fortuna delle opere, mirando a individuare a quale

persona reale o a quale luogo si riferisse uno scrittore nel delineare un personaggio o

un ambiente. Da questo indirizzo di ricerca derivano la maggior parte delle identifica-

zioni come, per esempio, quella della Silvia leopardiana con Teresa Fattorini (perso-

naggio reale). La “scuola storica” si era anche occupata dello studio dei generi lettera-

ri partendo dal presupposto che si trattasse di forme organiche da analizzare secondo

l’evoluzionismo darwiniano seguendo una logica di nascita, crescita, lotta per imporsi,

declino, morte. Tale rigorosa istanza di storicità sulla quale s’innesta la ricerca positi-

vistica si ritrova perciò in

Carducci,

nella cosiddetta “scuola storica”, nei filologi di fine

secolo (D’Ancona e Rajna), che analizzano non solo il rapporto della letteratura con

il suo contesto storico, ma avviano anche una ricerca della storia interna del sistema

letterario, con un recupero della filologia come verifica della tradizione.

Sul finire del secolo, la lezione desanctisiana si conservava, come ricerca della corret-

ta “forma” letteraria e del realismo del testo, nella critica militante di L. Capuana e

della

scuola verista

, al di là dell’adesione programmatica alla poetica del naturalismo

francese. Intanto, nelle culture tedesca, francese, russa, maturava l’esigenza di struttu-

rare la fenomenologia delle forme letterarie in un organismo sistematico: la teoria

della critica come attenzione al “momento” culturale in

H.-A. Taine

, il progetto di una

poetica moderna in

W. Dilthey

, l’idea di una “

descrizione completa delle forme esistenti o

possibili della produzione poetica

” in

W. Scherer

.