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Prefazione

Una vischiosa tela di ragno

Corruptissima schola plurimae leges

”, si potrebbe asserire parafrasando Publio Cor-

nelio Tacito

1

. Dal latino

corruptio

, composto da

con-

(a indicare un mezzo), e

rumpere

,

rompere, il termine indica frattura, disfacimento, deterioramento. Difficile non con-

siderare l’abnorme

corpus iuris

dell’istruzione come fattore di “corruzione”. L’incer-

tezza del diritto e la correlata proliferazione del contenzioso, l’attitudine alla dero-

ga, la trasformazione della continuità e regolarità delle procedure in

beneficium

2

, la

bulimia burocratica sono gli evidenti sintomi di una malattia che richiederebbe cure

drastiche.

L’infrastruttura del sapere appare avere come meta, più che la formazione delle nuo-

ve generazioni, la gestione dell’enorme massa di personale e il governo di procedure

contorte. L’azione amministrativa si muta troppo spesso in una sorta di guazza, ovvero

si trova costretta a esercizi interpretativi spericolati, nel tentativo spesso vano di rendere

omogeneo e coerente ciò che non lo è.

La normativa che riguarda il settore dell’istruzione è in effetti assimilabile a una

sterminata e disordinata tela, frutto dell’affaccendarsi di uno stuolo di ragni. Toccarne

anche un solo filo provoca ripercussioni su una parte, più o meno ampia, dell’intrico.

Novelli figli di Aracne tessono costruzioni giuridiche che procedono per sovrapposi-

zione o giustapposizione, e rendono il

corpus

“somigliante a quella inferma / che non

può trovar posa in su le piume, / ma con dar volta suo dolore scherma”

3

.

E questo a prescindere dalle intenzioni. L’acribia riformatrice parte dalla comples-

siva insoddisfazione per le performance del sistema scolastico italiano e dalla consape-

volezza che il suo miglioramento sia decisivo per il progresso del Paese. Fu così all’in-

domani dell’Unità d’Italia, è così oggi. Ma spesso le buone, anzi ottime intenzioni del

nomoteta restano imbrigliate dall’inestricabile esistente: e viene da dire, con Gregorio

Magno, che

corruptio optimi pessima est

: ciò che era ottimo, una volta “corrotto”, diviene

pessimo. Molti tra i ministri che si avvicendano in viale Trastevere pongono il dibosca-

mento normativo tra le loro priorità. Ma l’ammasso di pandette è, oramai, assimilabile

all’Idra di Lerna. Per ogni disposizione tagliata, più d’una risorge dal moncone.

1

Iamque non modo in commune sed in singulos homines latae quaestiones, et corruptissima re publica

plurimae leges

(Ormai le norme non avevano più carattere generale ma erano provvedimenti

contro i singoli e quanto più lo Stato era corrotto, tanto più pullulavano le leggi), Tacito,

Annales

,

Liber

III, 27.

2

Nel diritto romano, il

beneficium

era un provvedimento

ad personam

, emesso per premiare un

dato soggetto con esclusione di tutti gli altri.

3

Dante Alighieri, Commedia, Purg. VI, 149/151.