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Introduzione

Il commentario alla legge 13 luglio 2015, n. 107, meglio nota come “La buona scuo-

la” dal nome del documento primigenio che ne sta a fondamento culturale, rappresenta,

al momento, un

unicum

, un esperimento senza immediati precedenti volto a traspor-

re, sulla normativa scolastica, le metodologie di lavoro proprie delle altre branche del

diritto: per l’appunto, il commentario. E, dunque, una trattazione per quanto possibile

sistematica, che possa essere di aiuto alla platea di ideali lettori: dirigenti scolastici e

amministrativi, insegnanti, decisori politici; ma anche docenti e studenti universitari.

L’esegesi della normativa scolastica in generale, e dunque della L. 107/2015, non

può che rifuggire dalla mera descrizione del fatto giuridico ed essere innanzitutto

“critica”, nel senso tecnico del termine

1

; “storica”e “filologica”

2

, nella ricostruzione

paziente della

ratio legis

e dei suoi eventuali ondeggiamenti. Pena, l’incomprensibilità

del fatto giuridico stesso.

La struttura finale della legge ha imposto un prioritario lavoro di ricomposizione

del testo, che risulta pertanto diviso in capitoli e paragrafi dal contenuto, per quanto

possibile, omogeneo. Del resto, una certa eterogeneità era propria anche dell’atto

originale, e risultava accentuata dall’attività emendativa parlamentare. L’articolo uni-

co è stato dunque suddiviso in 10 capitoli, con un ordine frutto delle, per quanto

opinabili, sensibilità del curatore.

Il capitolo I è dedicato all’autonomia delle istituzioni scolastiche, che rappresenta-

no il fulcro del provvedimento e della “buona scuola” che già è

3

.

1

Dal greco

κρὶνω

(distinguo), l’attività critica presuppone l’analisi e la valutazione del suo

oggetto.

2

“Filologia è quella onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, trarsi da parte,

lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un’arte e una perizia da orafi della

parola, che deve compiere un finissimo attento lavoro e non raggiunge nulla se non lo raggiunge

lento. Ma proprio per questo fatto è oggi più necessaria che mai; è proprio per questo che essa ci

attira e ci incanta quanto mai fortemente, nel cuore di un’epoca del “lavoro”: intendo dire della

fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol “sbrigare” immediatamente ogni cosa

(…). Per una tale arte non è tanto facile sbrigare qualsiasi cosa perché essa ci insegna a leggere

bene, cioè a leggere lentamente in profondità, guardandosi avanti e indietro, non senza secondi

fini, lasciando porte aperte, con dita e con occhi delicati”, Friedrich Nietzsche, Prefazione ad

Aurora

, autunno 1886, tit. or.

Morgenröte. Gedanken über die moralischen Vorurteile

, Chemnitz 1881.

3

Corre il piacere di ricordare, tra le tante iniziative di dirigenti scolastici “innovatori”, attuate

a normativa vigente, le opere di Salvatore Giuliano, dirigente dell’IIS “Ettore Majorana” di

Brindisi (Book in progress, utilizzo capillare delle tecnologie informatiche, etc -

http://www.

majoranabrindisi.it/) e di Amanda Ferrario, dirigente del Liceo “Tito Livio” di Milano, volta

all’istituzione di un curriculum bilingue utile all’iscrizione nelle migliori università anglosassoni

(http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/09/01/news/milano_scuola_inglese-121983098/

).