

VI
Introduzione
Il capitolo II si occupa degli ordinamenti didattici, ovvero dell’insieme di disposi-
zioni concernenti il
curriculum
degli studi, riunite nella parte seconda del Testo Unico
in materia di istruzione
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. Si tratta di una materia ampia, che va dai quadri orari alla
valutazione, dall’istruzione degli adulti agli esami di Stato.
Il capitolo III riguarda la dirigenza scolastica, i cui nuovi “poteri” (in realtà,
alquanto limitati) sono stati oggetto di vivace polemica e di una etichettatura, “presi-
de sceriffo”, ben lontana dalla realtà.
Il capitolo IV affronta le tematiche relative al personale docente, a quel “corpo
mistico dell’organico” sul quale più si affaccendano i nomoteti e le cronache
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, e sul
quale si è focalizzata l’attenzione dei media, nonché degli aspiranti, con particolare
riferimento al “piano straordinario di immissioni in ruolo”.
Col titolo di “Istruzione terziaria”, nel capitolo V, sono stati raggruppati i commi
inerenti le alternative post secondarie all’istruzione universitaria.
Il capitolo VI espone le iniziative di sistema, cioè quelle volte all’introduzione
(auspicabilissima) di un Portale unico dell’istruzione e alla delega a nuovi testi unici.
Il capitolo VII tratta delle innovazioni in materia di finanziamento delle istituzioni
scolastiche.
Il capitolo VIII approccia il tema, spinoso e periglioso (stante la competenza regio-
nale), dell’edilizia scolastica. Non può, in proposito, non venire in mente la “scuola
sgarrupata” degli allievi del maestro D’Orta. Eppure, l’edificio scolastico è la sede del
primo incontro formale con l’istituzione statuale e diviene l’emblema di una Repub-
blica del pari sgarrupata della quale difficilmente si riesce a sentirsi
cives
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.
Nel capitolo IX sono spiegate le norme dedicate alle peculiari situazioni delle
Regioni e Province autonome e delle minoranze linguistiche.
Infine, il capitolo X è dedicato al tema delle coperture economiche finanziarie e ad
alcuni commi prettamente tecnici.
Il volume è completato da una serie di contenuti di approfondimento accessibili
dalla propria area riservata mediante registrazione sul sito
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Adottato con decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, il Testo unico delle disposizioni
legislative in materia di istruzione relative alle scuole di ogni ordine e grado fu un tentativo
ambizioso e ben riuscito di
reductio ad unum
della già all’epoca frastagliata normativa scolastica.
Dopo pochi mesi dalla sua entrata in vigore, il legislatore, anziché usare lo strumento della
“novella legislativa”, ricominciò a normare con atti distinti, vanificandone la natura di “testo
di riferimento”. Oggi il Testo Unico appare, purtroppo, come una tela sbrindellata. Poche le
abrogazioni e le modifiche esplicite, innumerevoli invece le abrogazioni implicite dovute ad
atti
iuniori
. Piace, in questa sede, ricordare uno dei suoi estensori, il dottor Domenico Croce, a
lungo dirigente dell’Ufficio Legislativo MIUR e preziosissimo collaboratore e maestro.
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Gli uni e gli altri sovente immemori del semplice ma essenziale precetto einaudiano, in base al
quale “ogni perfezione di struttura esterna è vana se i professori sono scelti con metodi non buo-
ni”, Luigi Einaudi,
L’università italiana e la riforma Gentile
, “Corriere della Sera”, 26 ottobre 1923.
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E, difatti, «la mia scuola è sgarrupata. I soffitti sono sgarrupati, i mobili sgarrupati, le sedie sgarrupa-
te, il pavimento sgarrupato, i muri sgarrupati, il bagnio sgarrupato ... e mi sento sgarrupato anch’io»,
in Marcello D’Orta,
Io speriamo che me la cavo
.
Sessanta temi di bambini napoletani
, Mondadori, 1990.