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Metodi e strumenti per l’insegnamento e l’apprendimento della Biologia
4.6
•
Spunti didattici
Dopo aver riflettuto su alcuni degli argomenti più profondi e innovativi della biolo-
gia, vorrei passare a esaminare alcuni spunti didattici che possono essere sfruttati
dagli insegnanti. Nell’insegnamento della biologia si discute a lungo sull’importanza
della chimica (quasi tutti i libri di testo cominciano con alcuni capitoli dedicati alla
chimica della vita). A mio parere è necessario per un insegnante essere a conoscenza
di alcune cose (capiamo molto meglio la struttura di una proteina se ci rendiamo
conto di che cosa è un legame peptidico, e comprendiamo le proprietà della mem-
brana fosfolipidica se capiamo la chimica dei gruppi fosforo e dei lipidi), ma non è
indispensabile che tutto questo venga poi trasmesso agli alunni.
Una buona strategia è quella di costruire delle analogie e delle immagini mentali che
aiutino a comprendere i concetti più difficili. Per esempio, potete immaginare una
proteina come un filo di perline colorate: ogni perlina corrisponde a un amminoaci-
do, e la sequenza degli amminoacidi rappresenta la struttura primaria delle proteine
(poi ragionerete su quale è la struttura secondaria, terziaria e così via, o su come si
ottiene una determinata sequenza di amminoacidi, ma questa è un’altra storia!).
Come vedremo nel primo esempio che suggerisco, si possono benissimo semplificare
e approssimare problemi più complessi, educando i ragazzi a un’“imprecisione for-
mativa”.
4.6.1
•
Di quante cellule siamo fatti?
Questo percorso è proposto da Claudio Longo (1998) e aiuta a evidenziare alcune
particolarità del modo con cui si può fare scienza con un approccio poco nozionisti-
co e molto interessante.
Di quante cellule siamo fatti? La risposta viene ottenuta immaginando per ipotesi
di avere un uomo che sia un cubo di 1 m di lato, e che ogni cellula sia un cubetto di
10 μm. Utilizzando questa doppia approssimazione, è possibile arrivare a una stima
complessiva verosimile e ragionevolmente precisa. Non servono calcolatrici e basta
avere dimestichezza con le potenze del 10 (opzione che nella scuola secondaria do-
vrebbe essere alla portata di tutti).
Il primo passaggio è quello di chiedersi quanti cubetti da 10×10 μm si trovano in un
cubo di 1 m di lato; 1 μm corrisponde a 1/1000 di mm, dunque in un metro lineare
si avrà la seguente equivalenza:
[(1 μm × 1000) × 1000] = 10
6
μm = 1 m
Ma se la nostra cellula era di 10 μm allora avremo 10
5
cellule lungo un metro lineare,
ossia 10
15
in un metro cubo, ovvero un milione di miliardi di cellule. Naturalmen-
te non esiste una persona cubica (e neppure una cellula cubica), ma questa prima
approssimazione ci ha permesso di avvicinarci molto all’ordine di grandezza che ci
importa. A questo punto potremmo immaginare che, anziché avere un cubo di 1 m
di lato, si abbia un parallelepipedo alto 1 m, largo 40 cm e profondo 30 cm.
Volume uomo = 1 × 0,4 × 0,30 = 0,12 m
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