Manuale teorico per le prove d'esame - page 13

Premessa
Nel nostro Paese l’attuazione del diritto allo studio per gli individui in situa-
zione di deficit è stata avviata sul finire degli anni Sessanta come conseguenza
della contestazione rivolta contro gli istituti e le scuole speciali, ma nonostante i
numerosi interventi legislativi da allora succedutisi fino ai nostri giorni, la cultura
dell’integrazione scolastica fatica ancora ad affermarsi.
Nel quotidiano confronto con l’altrui «normalità», l’alunno disabile incontra
notevoli problemi ad essere realmente accettato per la sua diversa «capacità di
partecipazione sociale», in altre parole per le sue residue abilità. Egli fatica a far-
si accogliere dai compagni di classe e dalle loro famiglie e talvolta persino dagli
stessi docenti, che non sempre posseggono le competenze necessarie a prendere in
carico chi vive situazioni di difficoltà.
Una scuola che intenda seriamente impegnarsi nella difficile sfida dell’integra-
zione e quindi dell’inclusione deve invece essere in grado di accettare e accoglie-
re ogni suo allievo nel modo migliore, fornendo risposte soddisfacenti ai bisogni
educativi speciali e specifici di cui ciascuno è portatore. Ne deriva che la «scuola
dell’inclusione» deve dotarsi di professionalità altamente qualificate, abilitate alla
costruzione di piani educativi personalizzati per allievi portatori di disabilità o
appartenenti a categorie sociali disagiate; deve saper dialogare con medici, psi-
chiatri e specialisti della riabilitazione, promuovendo percorsi educativi e riabili-
tativi, ma anche di comunicazione multidisciplinare e plurispecialistica. In questo
contesto il ruolo del
docente di sostegno
, professionista nel gestire la diversità,
è indispensabile.
L’insegnante di sostegno, però, non deve solo assistere nel processo di appren-
dimento gli alunni disabili, ma deve anche aiutare l’insegnante curricolare a lavo-
rare meglio con loro e con la classe nel suo complesso, perché lui e il disabile non
costituiscono delle entità separate rispetto al «gruppo» ma al contrario ne sono
parti integranti. Deve aiutare i colleghi a comprendere le potenzialità dell’alunno
diversamente abile e rendersi egli stesso interprete della relazione tra programmi
nazionali e azione didattica individuale. Deve essere preparato non tanto a rispon-
dere alle necessità fisiologiche del disabile, quanto piuttosto essere competente nei
diversi linguaggi e, nell’era del computer, nell’uso di quelle tecnologie informati-
che che possano facilitare lo sviluppo relazionale e cognitivo dell’allievo. Deve par-
tecipare alla stesura del
Piano educativo individualizzato
assieme al consiglio di
classe, perché la collegialità nell’esercizio della funzione docente è una delle prin-
cipali caratteristiche della scuola di oggi, e favorire la collaborazione tra scuola,
famiglia e servizi extrascolastici. L’insegnante di sostegno, dunque, è un docente
dotato di una specializzazione di alto profilo che ne qualifica la professionalità e
l’intervento specifico. Un soggetto culturale e didattico la cui formazione richiede
una preparazione di livello universitario.
Si tratta di un ruolo complesso per il cui esercizio sono richieste vastissime com-
petenze socio-psico-pedagogiche correlate allo sviluppo delle abilità cognitive, so-
ciali, psichiche nonché le tecniche didattiche utili alla rimozione degli ostacoli che
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