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PROVA UFFICIALE

a.a. 2012/2013

1) Un’asse graduata di legno è appog-

giata nel suo punto medio e su di essa

sono sistemati alcuni gettoni tutti di

peso uguale. Per equilibrare il sistema

in figura è necessario cambiare posizio-

ne a un gettone:

1 2 3 4 5 6

8 7

9 10 11 12

A. dalla posizione 7 alla posizione 9

B. dalla posizione 7 alla posizione 6

C. nessuna delle altre alternative è cor-

retta: l’asse è già in equilibrio

D. dalla posizione 7 alla posizione 8

E. dalla posizione 4 alla posizione 6

2) Il tram numero 2 e il tram numero

11 passano dalla stessa fermata e, senza

ritardi, ogni cinque minuti a orari pre-

fissati. Uno studente che può prendere

indifferentemente uno qualunque dei

due tram arriva alla fermata ogni gior-

no tra le 8:00 e le 8:05 e ha il 40% di

probabilità di prendere il tram numero

2 alle 8:03. A che ora passa il tram nu-

mero 11?

A. 8:01

B. 8:02

C. 8:00 e 8:05

D. Non è possibile stabilirlo

E. 8:04

Leggere il brano e rispondere ai que-

siti 3-8 solo in base alle informazioni

in esso contenute (esplicitamente o

implicitamente) e non in base a quan-

to il candidato eventualmente conosca

sull’argomento.

Il linguaggio figurato del corpo ci offre

così una comprensione dei sentimenti di

Dio per l’uomo più profonda di quanto

permetterebbe qualsiasi linguaggio con-

cettuale.

[1] Se nel linguaggio plasmato a partire

dalla corporeità dell’uomo l’amore del-

la madre appare inscritto nell’immagi-

ne di Dio, è tuttavia anche vero che Dio

non viene mai qualificato né invocato

come madre, sia nell’Antico sia nel Nuo-

vo Testamento. “Madre” nella Bibbia è

un’immagine ma non un titolo di Dio.

Perché? Solo a tastoni possiamo cerca-

re di comprenderlo. Naturalmente Dio

non è né uomo né donna, ma appunto

Dio, il Creatore dell’uomo e della don-

na. Le divinità-madri, che circondavano

il popolo d’Israele come anche la Chie-

sa del Nuovo Testamento, mostravano

un’immagine del rapporto tra Dio e

mondo decisamente antitetica rispetto

all’immagine biblica di Dio. [2] Esse in-

cludevano sempre e forse inevitabilmen-

te concezioni panteistiche, nelle quali la

differenza tra Creatore e creatura scom-

pariva. Partendo da questo presupposto,

l’essere delle cose e degli uomini appare

necessariamente come un’emanazione

dal grembo materno dell’Essere che,

entrando nella dimensione del tempo, si

concretizza nella molteplicità delle real-

tà esistenti.

Al contrario, l’immagine del padre era

ed è adatta a esprimere l’alterità tra Cre-

atore e creatura, la sovranità del suo atto

creativo. Solo mediante l’esclusione delle

divinità-madri l’Antico Testamento po-