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Capitolo 6

I consultori familiari e i diritti del minore malato

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importante per tutti i pazienti, i genitori sono fondamentali per l’assistenza e la cre-

scita dei figli. Per questa ragione, quando si presta assistenza ai minori e particolar-

mente ai bambini, coinvolgere la famiglia diventa essenziale.

L’assistenza centrata sulla famiglia riconosce che il nucleo familiare è un elemento

costante nella vita del minore. Essa descrive una filosofia di cura basata sul contribu-

to e sul coinvolgimento della famiglia nel piano di assistenza e nella sua erogazione.

Ulteriori fattori che influenzano l’assistenza sanitaria ai minori sono la loro rapida

crescita e il loro sviluppo. Le reazioni alle malattie e ai traumi sono inevitabilmente

influenzate dal grado di maturità fisica, emotiva e cognitiva. Per questo motivo, deve

essere sempre valutato il livello di crescita, sviluppando i piani di assistenza in base

all’età. L’assistenza copre il

periodo neonatale

(dalla nascita a 28 giorni), la

prima

infanzia

(da 1 mese a 1 anno), la

seconda infanzia

, ovvero il periodo dei primi passi

(da 12 mesi a 3 anni), l’

età prescolare

(dai 3 ai 6 anni), l’

età scolare

(dai 6 ai 10 anni),

la

preadolescenza

(dai 10 ai 12 anni) e l’

adolescenza

(fino ai 14 anni). Si può chiede-

re il mantenimento dell’assistenza pediatrica a 16 anni di età solo per documentate

patologie croniche o situazioni di handicap.

La riduzione della durata dei ricoveri, l’erogazione di cure domiciliari, il diffondersi

della chirurgia ambulatoriale e del

case management

hanno cambiato gli scenari in

cui i minori e le loro famiglie ricevono assistenza. Questi scenari includono la casa,

gli ambulatori scolastici e i

day hospital

, le osservazioni brevi, i

day surgery

, il pronto

soccorso, le unità di riabilitazione, gli ospedali e le unità di terapia intensiva.

La malattia del minore rappresenta un importante fattore di stress per la famiglia,

ma può essere anche un’esperienza positiva finalizzata a dare il massimo impulso al

contatto tra paziente e famiglia, incoraggiando i rapporti genitori-figlio, fornendo

opportunità educative, promuovendo l’autogestione della malattia e favorendo la so-

cializzazione.

6.2.1

La preparazione del minore al ricovero in una struttura sanitaria

Preparare il minore al ricovero in qualsiasi reparto significa soprattutto preparare

la famiglia. I familiari sono in grado di fornire il loro aiuto se ricevono informazioni

sulla malattia, se ripongono fiducia nelle raccomandazioni mediche e se sanno di

poter contare su interlocutori comprensivi.

Il ricovero ospedaliero può essere programmato o urgente. Se il ricovero è stato pia-

nificato, l’ammalato e la famiglia hanno il tempo di prepararsi. Molti ospedali che si

occupano di assistenza ai

bambini

forniscono materiali adeguati all’età per aiutare

il bambino e la sua famiglia ad affrontare l’esperienza dell’ospedalizzazione. Questi

materiali comprendono visite in ospedale con indumenti da sala operatoria e giochi

con le apparecchiature, foto e video, illustrazioni delle procedure, libri e film per

spiegare con termini adatti all’età che cosa aspettarsi.

Gli

adolescenti

hanno bisogno di approcci diversi nella preparazione al ricovero: essi

non apprendono solo da materiali scritti, modelli e film, ma beneficiano anche del

confronto con coetanei che hanno avuto la stessa esperienza. È utile anche consenti-

re loro di fare domande ai sanitari quando i genitori sono assenti.

Quando il ricovero non è programmato, è di massima importanza che gli ammalati

abbiano l’opportunità di esplorare ciò che li circonda e siano incoraggiati a vedere il

ricovero come un’avventura che possono gestire.