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Capitolo 14
Il contrasto al fenomeno della corruzione nella Pubblica Amministrazione
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– procedure appropriate per selezionare e formare, in collaborazione con la Scuola nazio-
nale dell’amministrazione, i dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente espo-
sti alla corruzione, prevedendo, negli stessi settori, la rotazione di dirigenti e funzionari.
14.3 Il Piano triennale e il Responsabile di prevenzione della cor-
ruzione e della trasparenza
L’organo di indirizzo politico della singola amministrazione deve, entro il 31 gennaio di ogni
anno, adottare il
Piano triennale di prevenzione della corruzione
, curandone la trasmissio-
ne all’ANAC. L’attività di elaborazione del Piano non può essere affidata a soggetti estranei
all’amministrazione. Il Piano è proposto dal Responsabile della prevenzione della corruzione
e della trasparenza, soggetto individuato dall’organo di indirizzo politico tra i dirigenti
amministrativi di ruolo in servizio. Negli enti locali, tale figura è individuata, di norma, nel
Segretario, salva diversa e motivata determinazione.
Il
Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza
provvede anche:
– alla verifica dell’efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la
modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ov-
vero quando intervengono mutamenti nell’organizzazione o nell’attività dell’amministra-
zione;
– alla verifica, d’intesa con il dirigente competente, dell’effettiva rotazione degli incarichi
negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio
che siano commessi reati di corruzione;
– ad individuare il personale da inserire nei programmi di formazione in materia di etica e
legalità.
A tal fine, lo stesso responsabile, entro il 31 gennaio di ogni anno, definisce procedure appropriate per
selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzio-
ne. Le attività a rischio di corruzione devono essere svolte, ove possibile, da personale che ha frequen-
tato corsi presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA).
La mancata predisposizione del Piano e la mancata adozione delle procedure per la selezio-
ne e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità
dirigenziale.
Il Piano triennale di prevenzione della corruzione risponde alle seguenti esigenze:
– individuare le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione e le re-
lative misure di contrasto, anche raccogliendo le proposte dei dirigenti;
– prevedere, per le attività così individuate, meccanismi di formazione, attuazione e control-
lo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione;
– prevedere, con particolare riguardo alle attività individuate come sopra, obblighi di infor-
mazione nei confronti del responsabile della prevenzione della corruzione, chiamato a vi-
gilare sul funzionamento e sull’osservanza del piano;
– definire le modalità di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai re-
golamenti, per la conclusione dei procedimenti;
– definire le modalità di monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che con
la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, con-
cessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando even-