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Orientarsi per Scegliere
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nei confronti dello studio e quanto si è disposti a “sacrificarsi”, e l’attinenza del titolo
di studio al corso di laurea prescelto. Riguardo a quest’ultimo aspetto, va detto che
seppure generalmente vi siano delle corrispondenze ricorrenti tra scuola superiore
e percorso universitario (ad esempio chi consegue il diploma di maturità scientifica
tende a iscriversi a corsi di laurea del gruppo scientifico come Ingegneria) e che la
buona riuscita negli studi è fortemente condizionata dal possesso di un determinato
livello di conoscenze di base, tuttavia bisogna considerare che la scelta della scuola
superiore viene fatta in un momento in cui i giovani adolescenti non hanno ancora
una maturità tale da sapere con certezza cosa desiderano fare da grandi. Viceversa
gli anni della scuola superiore sono quelli in cui matura la personalità, si formano
gli interessi, aumenta la consapevolezza di sé e può senz’altro capitare di accorgersi
di aver fatto la scelta sbagliata. Non per questo si è costretti a perseverare nell’errore
scegliendo un corso di laurea in linea con il percorso iniziato alle superiori. La valu-
tazione delle proprie conoscenze e competenze dev’essere parte del processo deci-
sionale perché è importante non sopravvalutarsi e nel contempo non sottostimare le
difficoltà che è possibile incontrare, ma non dev’essere un limite, non deve costituire
un ostacolo al raggiungimento di un obiettivo verso il quale si è fortemente orientati.
Un percorso di orientamento ideale fa riferimento, dunque, alla
persona nella sua
globalità
e nel suo sviluppo lungo l’intero arco della vita, tenendo conto dei diversi
fattori che entrano in gioco: inclinazioni, attitudini, interessi, motivazione ecc. Ciò
che è importante sottolineare sin da adesso è che ciascun fattore deve avere il suo
peso nella valutazione mentre sarebbe sbagliato basare la propria scelta su uno o
solo alcuni di essi: è giusto ad esempio scegliere un ambito di studi che rispecchi le
proprie passioni e i propri interessi, ma aspetti quali i nuovi trend del mercato del
lavoro non possono essere naturalmente trascurati, così come non si può fare una
vera scelta sulla sola base dei risultati scolastici: siete persone, non pagelle!
Orientarsi correttamente, come detto, comincia con la
presa di coscienza di chi si è
veramente
: “Chi sono? Cosa mi motiva? Quali sono i miei interessi, le mie passioni?
Desidero seguirli nella mia futura vita professionale, mantenendoli costanti, o con-
servarli come mezzo di equilibrio personale? Quali le mie qualità? Le mie fragilità? I
miei sogni più grandi? E ancora: qual è il mio
modus operandi
? Per esempio: sono una
persona puntuale o ritardataria? Sono organizzato? Mi piace prendere decisioni? Ho
una buona resistenza allo stress? Mi piace lavorare in squadra o da solo? Sono aperto
nei confronti del mondo? Mi piace utilizzare le nuove tecnologie? Mi piace leggere,
informarmi? Sono una persona curiosa?”.
Inoltre, non bisogna aver paura di
proiettarsi nel futuro
e di porsi domande sul-
le proprie aspirazioni quando si tratta di scelte di vita. Per esempio: sono pronto
a lasciare la mia città per seguire gli studi altrove? Anche all’estero? Quali sono le
mie aspettative in termini di responsabilità, di reddito, di organizzazione della mia
vita? Quale spazio occupa la mia famiglia? È molto importante porsi tutte queste
domande con serenità e consapevolezza, sia che si abbia un’idea ben precisa riguardo
al proprio futuro ma anche nel caso in cui non si abbia alcuna idea sulla scelta di una
professione: nell’uno e nell’altro caso ritagliarsi il tempo di una riflessione condotta
con metodo si rivelerà una risorsa preziosa.