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Introduzione
prende l’iniziativa, chi è coraggioso preferisce dire sempre ciò che pensa, ecc. Le
nostre
inclinazioni
ci spingono sempre ad agire in un certo modo di fronte a un
determinato fenomeno, ma d’altra parte possono essere modificate con l’impegno
e una forte motivazione. Per esempio, una persona molto introversa, con difficoltà
a relazionarsi con gli altri e a parlare in pubblico, potrebbe trovare estremamente
difficile dedicarsi all’insegnamento. Se però insegnare è ciò che desidera e ricono-
sce nelle abilità comunicative un requisito indispensabile allo svolgimento di quella
professione (in presenza cioè di una forte motivazione) potrà impegnarsi per su-
perare questo limite modificando la sua naturale inclinazione. Allo stesso tempo si
può avere una certa inclinazione senza possedere determinate
attitudini
o vicever-
sa: ad esempio uno studente può possedere le inclinazioni caratteriali necessarie
per svolgere la professione medica (buona resistenza allo stress, capacità di prende-
re decisioni autonome o di assumersi responsabilità ecc.) ma non avere una spiccata
attitudine allo studio del corpo umano e alla comprensione dei processi biologici,
così come un individuo può per esempio avere una certa attitudine verso lo sport
senza però possedere l’inclinazione a praticarlo a livello agonistico (perché inco-
stante o perché non tollera la competizione). L’attitudine può essere definita come
la capacità potenziale di disporre all’occorrenza di una determinata abilità, sia fisica
che mentale. In pratica avere un’attitudine significa avere una predisposizione verso
determinate abilità come calcolare, risolvere problemi logici, progettare, socializza-
re, scrivere, praticare sport ecc. Le attitudini sono generalmente spontanee, cioè in-
nate (si manifestano infatti sin dall’infanzia), e durevoli, si tende cioè a conservarle
anche se non si coltivano.
Le motivazioni e gli interessi
. Va precisato ancora una volta, che l’autovalutazione
delle inclinazioni e delle attitudini personali da sola non basta a garantire la capacità
di effettuare una scelta solida del corso di studi, piuttosto accanto alla conoscenza
di tali aspetti risulta fondamentale prendere coscienza anche delle motivazioni e de-
gli interessi
che ci spingono verso determinati ambiti. La motivazione è saldamente
legata all’importanza che attribuiamo ad un compito, a un progetto, a un obiettivo.
Quando ciò che facciamo ha senso e valore per noi, siamo più capaci di procedere
nonostante gli ostacoli che possiamo incontrare lungo la strada. Quando scegliamo
un tipo di lavoro non possiamo sapere con certezza cosa ci piacerebbe fare negli anni
che verranno; tuttavia,
ciò che ci piace è già un buon indicatore di scelta
. Come
accennato una forte motivazione può aiutare a contrastare efficacemente eventuali
difficoltà nello studio, inducendoci per esempio a sforzarci di più, a dare sempre il
massimo, a mantenere la concentrazione, in poche parole una forte motivazione può
indurci a superare i nostri limiti, ad adoperarci, mettendo in campo tutte le nostre
risorse, per affrontare le difficoltà. Una forte motivazione fornisce una marcia in più
permettendo di sviluppare attitudini poco accentuate e sradicare inclinazioni negati-
ve. In presenza di una forte motivazione gli ostacoli legati ad una scarsa preparazione
nozionistica possono essere colmati studiando con impegno e con costanza.
Le competenze e l’attinenza del titolo di studio
. Ulteriori fattori da tenere in consi-
derazione nella scelta degli studi da intraprendere dopo il diploma, sono senza dub-
bio le competenze, ovvero
ciò che ognuno sa fare
, il tipo di atteggiamento che si ha