

Capitolo 1
- Breve storia della scuola italiana
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1.4.7 L’introduzione dello Statuto degli studenti
Con D.P.R. n. 249/1998 fu emanato lo
Statuto delle studentesse e degli studenti
da
cui derivarono i nuovi regolamenti di disciplina dei singoli istituti di istruzione se-
condaria.
Lo Statuto fu successivamente modificato dal ministro Fioroni (D.P.R. n.
235/2007) per tamponare il fenomeno del bullismo: furono reintrodotte le sanzioni
più gravi già previste dalla riforma Gentile con un sistema di ricorsi e di garanzie
(vedi par. 14.1).
1.4.8 La parità scolastica
Il ministro Berlinguer si fece promotore di un provvedimento (diventato legge
con il n. 62 del 1° febbraio 2000) con il quale si definì il sistema pubblico di educa-
zione e di istruzione: sistema unitario, composto dalle scuole statali e dalle scuole
non statali (comunali, a gestione privata ecc.) paritarie (par. 2.1.5 sg.).
La legge è stata utile a dare riconoscimento giuridico alla libera scelta della scuola
(par. 12.1.6).
1.4.9 La riforma del sistema dell’istruzione
L’obiettivo più ambizioso della XIII legislatura fu tuttavia il varo di una riforma
di sistema che rifondasse la scuola italiana, ancora strutturata sull’organizzazione
costruita negli anni Venti dal ministro Giovanni Gentile.
Nel 1997 il ministro Berlinguer attivò la c.d.
Commissione dei Saggi
, presieduta da
Roberto Maragliano
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che elaborò il documento sui “saperi essenziali” quali conte-
nuti irrinunciabili della formazione attesa dai giovani e dalla società.
Dopo tre anni di elaborazione e di confronti si arrivò all’approvazione della legge
n. 30 del 2000 con la quale i “cicli scolastici” diventarono due:
– il primo di sette anni definito “
scuola di base
”;
– il secondo di cinque anni o “
scuola secondaria superiore
”.
Riducendo da 13 anni a 12 il percorso scolastico, gli studenti italiani avrebbero
avuto l’accesso all’università a 18 anni, come nella gran parte dei paesi europei.
La legge, varata alla fine della legislatura, non fu accettata soprattutto dagli inse-
gnanti dei due tronconi che avrebbero dovuto confluire nella scuola di base di sette
anni, cioè della vecchia scuola elementare e della vecchia scuola media.
Le critiche riguardavano:
– anzitutto (e soprattutto) la riduzione di organico dei docenti insita nel passaggio
di durata da 8 a 7 anni;
– la paventata “
elementarizzazione
” della scuola media;
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Roberto Maragliano (Genova 1946), docente di Tecnologie dell’Istruzione e dell’Appren-
dimento presso l’Università Roma Tre, fu, nel 1997, coordinatore della commissione c.d.
“dei Saggi”, incaricata di definire il quadro delle conoscenze fondamentali per la riforma
scolastica.